Regionali, silenzio elettorale ma non sui social. Legge ferma al 1956

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L’On. Michele Anzaldi (Iv), sua la proposta d’introdurre il silenzio elettorale anche sui social

I leader politici che esprimono sui social network la propria preferenza alle elezioni imminenti violano la legge relativa al silenzio elettorale? Categoricamente no.

Adnkronos conferma che la norma che regola il silenzio elettorale è ferma alla Prima Repubblica. Un’epoca in cui ovviamente non vi erano i telefonini, né tantomeno gli smartphone. E i social network non esistevano neanche nei sogni più selvaggi.

L’agenzia di stampa ricorda come vi siano stati dei tentativi di modernizzare la legge del 1956. Più volte modificata per introdurre il silenzio elettorale alla radio e in Tv, ma non riguardo ai social network.

A colmare il vuoto ci ha provato il Deputato Michele Anzaldi di Italia Viva, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai. Attualmente, ricordiamo, impegnato a segnalare le carenze del Servizio Pubblico Rai in materia d’informazione sul Referendum. Il 24 giugno 2016. L’On. Anzaldi ha presentato infatti una proposta di modifica della Legge 4 aprile 1956, n. 212. “Concernente l’introduzione del divieto di propaganda elettorale per via telematica nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni”.

Un encomiabile tentativo di cambiare la situazione, il 4 agosto 2016, lo fece anche l’ex Senatrice Serenella Fucksia, eletta in quota M5s e poi passata al Gruppo Misto nella scorsa legislatura. Ma nulla di fatto.

La Legge 4 aprile 1956, n. 212, come ricorda sempre l’Adnkronos, è ferma alle regole seguenti. “Nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi e le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico. Nonché la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri o manifesti di propaganda o l’applicazione di striscioni, drappi o impianti luminosi. Nei giorni destinati alla votazione è vietata, altresì, ogni propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali”.

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