Report, Ranucci alla Camera Penale: “Niente diffamazioni. Solo fatti documentati”

Sigfrido Ranucci Report
Sigfrido Ranucci conduce Report su Rai3

di Marco Zonetti

In risposta alla Camera Penale di Roma che ha annunciato querela nei confronti di Sigfrido Ranucci per la puntata di Report del 3 aprile scorso dedicata al 41 bis, il conduttore del programma d’inchiesta di Rai3 ha pubblicato una replica, che riportiamo di seguito.

La puntata di Report oggetto di contestazione (rivedila qui su RaiPlay) aveva come unica finalità evidenziare le falle del 41 bis in un contesto di estrema attualità partendo dalla ricostruzione del caso Cospito. Ho chiarito all’inizio della trasmissione che il 41 bis è uno strumento che è al limite della violazione dei diritti umani e che si regge esclusivamente sul presupposto di tutelare la sicurezza della collettività e che per questo va gestito con estrema cautela.

“Il documento pubblicato da Report denunciava che i casi di oltre 100 mafiosi al 41 bis fossero gestiti da un solo avvocato: è un fatto e non era assolutamente secretato, sottolinea il giornalista. “Che sia un’anomalia è l’idea, non di Report, ma della commissione parlamentare antimafia che ha approfondito la vicenda proprio per valutare la portata. Report ha correttamente riportato la notizia sottolineando il rischio che comporta un’anomalia del genere, coadiuvato anche dal parere di esperti magistrati antimafia, sottolineando la buona fede e professionalità degli avvocati“.

Per Ranucci, inoltre, “aver mostrato tale anomalia rappresenta, come detto in trasmissione, una tutela per gli stessi avvocati”. La difesa dei diritti non è una maglietta che si indossa di giorno per poi riporla in un cassetto la sera. Chi accusa Report di non avere cura per i diritti dei detenuti e la possibilità di un loro reinserimento nella società, non ricorda le numerose puntate realizzate negli anni, l’ultima appena due anni fa in pieno Covid. Report da sempre si batte per la difesa dei diritti dell’uomo e della libertà di espressione”.

Ma Report ha anche il culto per la memoria” conclude quindi Ranucci: “quello di ricordare il dolore dei familiari delle vittime delle stragi di mafia e del terrorismo e che il 41 bis è un’architrave della lotta alla mafia che Totò Riina voleva far abolire inserendolo nel papello“.