Mise contro Open Fiber
Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo Economico, è intervenuto in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati. Fra i temi trattati, quello del Piano BUL (Banda Ultra Larga) e della Rete Unica, evidenziando ritardi nella copertura di Open Fiber. Le ragioni addotte dal Ministro sono diverse, fra le quali i lotti di dimensioni eccessive e la difficoltà materiale di realizzare i lavori (per questioni di autorizzazioni o permessi).
Il Ministro ha soprattutto sottolineato che, secondo i dati Infratel, è inverosimile che Open Fiber possa completare i suoi progetti esecutivi entro la fine del 2023, come ripetuto in più occasioni nelle ultime settimane.
Da qui, la necessità di portare a compimento una rete unica, nel più scrupoloso rispetto delle norme italiane ed europee.
Patuanelli smentito da Open Fiber
Open Fiber ha subito smentito categoricamente le parole del Ministro, adducendo dati a sostegno delle proprie affermazioni. E negando soprattutto la presenza di qualsivoglia ostacolo alla messa a punto del piano BUL entro la scadenza prefissata.
Michele Anzaldi, Deputato di Italia Viva e Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, più volte intervenuto nelle questioni relative alla Rete Unica, ha commentato così su Facebook la dialettica fra il vertice del Mise e Open Fiber.
“La pesante smentita con la quale Open Fiber ha sconfessato le parole dette dal ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli in commissione Trasporti alla Camera apre uno scenario imbarazzante.”
Le perplessità di Michele Anzaldi
“Ha ragione la società del Mise Infratel” prosegue il Deputato renziano, “a sostenere che il piano per la fibra non si concluderà entro il 2023 come previsto, oppure ha ragione la società pubblica Open Fiber che ancora oggi torna a confermare questo obiettivo, peraltro già messo nero su bianco nel suo Piano industriale che proprio di recente ha ricevuto ulteriori finanziamenti dalle banche e da Cdp (Cassa Depositi e Prestiti)?
Secondo l’On. Anzaldi “è opportuno che intervenga Palazzo Chigi”. E prosegue: “come è possibile che in una sede istituzionale, quale è una commissione parlamentare, si diano informazioni che vengono immediatamente smentite?
A rischio i soldi dei cittadini
“Uno scontro tra due aziende pubbliche che mette a rischio i soldi dei cittadini e gli investimenti miliardari sulla fibra. Visto che Open Fiber è una società pubblica, creata da due aziende pubbliche come Enel e Cdp per portare la fibra in tutte le case dopo i pesanti ritardi di Tim sugli investimenti, dai membri del Governo ci si aspetterebbe una maggiore attenzione alle dichiarazioni pubbliche, anche perché in gioco ci sono i soldi degli italiani.
“O forse c’è un pregiudizio sull’attività di questa società? Se oggi i cittadini assistono ad un’accelerazione sulla fibra e si discute di “rete unica” è grazie all’impegno in questi anni di Open Fiber. Basti pensare che la nuova società appena creata da Tim, Fibercop, nel suo piano industriale dice di riuscire a portare la fibra nelle case non prima del 2025, quindi molto dopo l’obiettivo fissato da Open Fiber.”