Di Marco Zonetti
L’esito delle elezioni comunali a Roma vede come risultato più eclatante la palese sconfitta di Virginia Raggi, sindaca uscente in quota M5s che non solo non arriva al ballottaggio superata da Enrico Michetti del Centrodestra e Roberto Gualtieri del Pd, ma soprattutto dall’outsider Carlo Calenda che si classifica terzo e la cui lista “Calenda Sindaco” è di fatto il primo partito nella Capitale.
La Raggi fino all’ultimo aveva sostenuto di essere seconda nei sondaggi, e il suo entourage aveva fatto sapere che, nel caso in cui non fosse arrivata al ballottaggio, per la sindaca uscente sarebbe stata ritenuta una sconfitta. Soprattutto perché, per presentarsi per un secondo mandato da Prima Cittadina (e di fatto un terzo mandato in Campidoglio, visto che vi entrò per la prima volta nel 2013 in qualità di Consigliera Comunale del M5s), la stessa Virginia aveva insistito strenuamente – malgrado i malumori nel Movimento – sulla propria ricandidatura, impedendo così l’accordo Pd-M5s su quella di Nicola Zingaretti. Raggi ha poi strappato l’endorsement di Giuseppe Conte, che l’ha sostenuta fino all’ultimo momento e che dunque, a sua volta, può definirsi sconfitto non essendo riuscito a spendere il suo consenso per sospingere la sindaca uscente al ballottaggio. Il tanto atteso “effetto Conte”, insomma, non c’è stato.
Al disastroso risultato dei grillini a Roma tocca sommare quello catastrofico ottenuto a Milano con Layla Pavone, Consigliera del Fatto Quotidiano“ e quello conseguito a Torino, dove nel 2016 Chiara Appendino aveva spopolato mentre in questa tornata elettorale la candidata pentastellata Valentina Sganga non è arrivata al ballottaggio, per giunta distaccata nettamente da Stefano Lo Russo (Centrosinistra) e Paolo Damilano (Centrodestra). Ora vi saranno ripercussioni per il leader del M5s Conte? Simili a squali, i suoi non pochi detrattori in seno al Movimento hanno già fiutato l’odore del sangue iniziando a ruotare in cerchio attorno alla sua quadriforcuta pochette? E cambieranno gli equilibri di potere in seno all’inseguita alleanza con il Partito Democratico che invece in queste elezioni ha fatto faville? Vedremo.
In tutto questo, si segnala una toppa clamorosa nelle proiezioni diffuse dall’Istituto SWG nel corso della maratona pomeridiana di Enrico Mentana a commento delle elezioni. A differenza delle rilevazioni degli altri istituti, infatti, per un lungo lasso di tempo su La7 la Raggi è stata data addirittura appaiata a Gualtieri in zona ballottaggio, con Calenda mestamente distaccato al quarto posto. Una valutazione del tutto errata che ha sollevato tuttavia un caso, creando nei vari partiti una gran fibrillazione – acuita dal blackout di Facebook, Whatsapp e Instagram – e portando ad altrettante valutazioni arbitrarie e fantasiose da parte degli ospiti di Mentana in studio. Valutazioni poi confutate dalle proiezioni successive che decretavano invece la Raggi nettamente fuori dai giochi, e soprattutto dall’impietoso risultato finale.