Sanremo 2021. Mulè (Fi): “Rinviarlo almeno a dopo Pasqua”

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Riguardo alla vexata quaestio del Festival di Sanremo 2021, il primo in era Covid-19, la “discesa in campo” del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che ha, di fatto, posto un veto al pubblico all’Ariston, ha scatenato un putiferio a Viale Mazzini. Con tanto di minacce di abbandonare la manifestazione da parte del conduttore Amadeus e della “spalla” Fiorello, mentre nella sede Rai è in svolgimento un CdA serratissimo il cui ordine del giorno è incentrato proprio sulla sicurezza della kermesse.

In tutto questo, il Comitato Tecnico Scientifico parrebbe orientarsi sul no secco e definitivo al pubblico all’Ariston, pagante o pagato esso sia. E lo stesso vescovo di Sanremo, Monsignor Antonio Suetta, dichiara: “Se le norme stabilite da chi ha competenza e autorità valgono per tutto il territorio nazionale non credo che un evento, pure importante come il Festival all’Ariston, per questa ragione debba essere dispensato, soprattutto se sono norme a tutela della salute”. E ciò malgrado Monsignor Suetta si dica perfettamente consapevole delle perdite per la città in termini di indotto della karmesse.

A tal proposito, si rivela del tutto pertinente l’intervento dell’Onorevole Giorgio Mulè, Capogruppo di Forza Italia in Commissione di Vigilanza Rai, per giunta eletto proprio a Sanremo, e quindi decisamente informato sulla situazione. “La presa di posizione del ministro della Cultura, Dario Franceschini” dichiara l’Onorevole in una nota, “rispetto al Festival di Sanremo dovrebbe illuminare quanti dalle parti della Rai (che ha come unico azionista il governo…) continuano a insistere su un Festival da celebrare a tutti i costi all’inizio di Marzo che avrebbe effetti deleteri sulla provincia di Imperia e sull’intera Liguria“.

E precisa: “Prevedere infatti di celebrare il Festival al Teatro Ariston con alcuni figuranti e privando quindi la città e il territorio di quell’indotto straordinario che genera il Festival, significherebbe mettere in pratica un atto di egoismo da considerarsi irricevibile. Già nei giorni scorsi avevamo sollecitato la Rai a prendere una direzione diversa. Sanremo e il suo territorio devono essere messi in condizione di ospitare il Festival nel migliore dei modi e dunque prevedendo anche uno slittamento di alcune settimane quando cioè le condizioni sanitarie lo permetteranno“.

Continua poi Giorgio Mulè: “E’ di pochi giorni fa tra l’altro la notizia che perfino il Festival di Cannes nelle vicina Francia è stato rinviato a luglio. Ancora una volta, quindi, sottolineiamo come il Festival di Sanremo deve avere la sua centralità proprio nel territorio ligure facendo in modo che tutti possano goderne come è giusto che sia in condizioni di sicurezza sanitaria. Si raccolga dunque l’invito a rinviare almeno a dopo le festività di Pasqua la celebrazione del Festival affinché possa diventare un’occasione di ripartenza e di rilancio per l’intero Paese”.

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