di Marco Zonetti 🖋️
C’erano una volta “la bionda e la mora” di Sanremo. Anna Oxa e Cannelle. Claudia Koll e Anna Falchi. Eva Herzigova e Veronica Pivetti. Vittoria Belvedere e Manuela Arcuri. Andrea Osvàrt e Bianca Guaccero. Valeria Mazza e Sabrina Ferilli. Quest’ultima torna oggi protagonista del Festival di Sanremo 2022 come co-conduttrice – bandito dal politically correct l’epiteto “valletta” – della quinta e ultima serata a fianco di Amadeus. Ferilli, ormai volto Mediaset in qualità di giurata popolare nel Tú Sí Que Vales di Maria De Filippi, può essere considerata in primis come il consueto e immancabile tributo di Sanremo (e della Rai) a quest’ultima. Oltre che scelta – assieme alle altre quattro co-conduttrici – in base a quello che potremmo definire un “Manuale Cencelli” applicato al politically correct.
La Sabrinona nazionale (57 anni) assieme alla protagonista della prima serata Ornella Muti (66), rappresenta – come fa notare Massimo Donelli sul Resto del Carlino – un’icona dell’erotismo del passato, ma oggi non più donna oggetto, “omaggio alla gender equality“.
Nel “Manuale Cencelli” del politically correct d’oggigiorno non può mancare la quota LGBTQ+, e quindi ecco Drusilla Foer, alter ego en travesti dell’attore Gianluca Gori, che già testate filo-queer come Vanity Fair celebrano come una talentuosa “donna glam e di classe”, e sulla quale nessuno potrà avanzare anche la minima critica, pena fuochi di fila d’insulti, ingiurie inenarrabili, ostracismi, esìli e sepolture in terra sconsacrata per chi osasse mettersi contro il nuovo idolo della comunità arcobaleno.
Anche la quota del pluralismo etnico è rispettata nel “Manuale Cencelli” sanremese, rappresentata dall’attrice di colore Lorena Cesarini, che ha brillato nella serie Suburra. E per finire la stessa Maria Chiara Giannetta, interprete della fiction di Rai1 Blanca con protagonista un’investigatrice cieca, costituisce non soltanto – come per le altre – una “partita in casa” per il Direttore della Prima Rete Stefano Coletta, bensì anche quella che sempre Massimo Donelli definisce un omaggio a People with Disability.
La rosa delle co-conduttrici di Sanremo 2022, come abbiamo accennato poco sopra, raggruppa tutte le caratteristiche della Rai1 di Coletta, molto apprezzato dalla Sinistra Pd incarnata dal deus ex machina dem Goffredo Bettini, e ovviamente dalla comunità LGBTQ+ che sulla Prima Rete Rai la fa praticamente da padrona 24 ore su 24; ma anche i valori della Presidente della Tv pubblica, ovvero Marinella Soldi, che nel suo passato in forza a Discovery aveva istituito non per niente i Diversity Awards, i cosiddetti “Oscar dell’inclusività”.
Sicuri tuttavia che qualche categoria si sentirà comunque discriminata, confidiamo che, per non scontentare alcuna sfaccettatura del politically correct, nei prossimi anni i conduttori e le conduttrici del Festival aumenteranno a dismisura fino a superare in numero i cantanti in gara, e probabilmente anche gli stessi telespettatori.