di Marco Zonetti 🖋️
Con l’Italia impegnata nell’elezione del Presidente della Repubblica, il Festival di Sanremo 2022 non ha imperversato come di consueto sui giornali e in Tv (ma senz’altro ci prepariamo a subirne un’overdose nei prossimi giorni).
Ma dietro gli sfavillii di luci, lustrini, paillettes e le smanie di protagonismo (non solo degli artisti, ma soprattutto di giornalisti e funzionari Rai – siamo curiosi di vedere chi balletterà nelle prime file dell’Ariston quest’anno…), ecco che dietro le quinte si consumano questioni assai meno sfolgoranti e che riguardano i nostri soldi.
Dopo la recente denuncia del Consigliere di Amministrazione in quota Dipendenti Riccardo Laganà riguardo all’accantonamento della regista interna del programma L’Eredità, sostituita da un regista esterno con costi aggiuntivi (per il cittadino) nello speciale L’Eredità Sanremo – non esattamente un successo di ascolti, ma questa è un’altra storia – ecco che si dipana una questione analoga riguardante proprio il Festival di quest’anno.
Lo apprendiamo dalla pagina Facebook dell’associazione IndigneRai – che fa capo al Consigliere Laganà – e che raggruppa un gran numero di dipendenti della Tv di Stato. Scrive una costumista interna alla Rai: “Ed eccoci puntualmente ogni anno, da tre anni ormai, che noi costumiste Rai segnaliamo e denunciamo lo scandalo di avere una stylist esterna, per giunta strapagata, imposta dai vertici RAI e che puntualmente, i nostri sindacati inviano lettere che denunciano lo scandalo. Con tutto rispetto per la collega esterna. Ripeto!!”
E precisa: “La Rai vanta circa 58 costumiste interne solo a Roma, una decina a Milano, qualche numero in meno a Napoli. Costumiste che entrano a far parte dell’azienda dopo aver superato, se superato, un severo assestment e presentato un curriculum minimo di 3 pagine per poi guadagnare il minimo dello stipendio sindacale. Giusto per indicarvi la professionalità e la preparazione non indifferente di tale maestranza. Non capisco perché, ogni anno a Sanremo, ci sia la necessità di una Stylist esterna (stessa ed identica mansione della costumista televisiva), strapagata e che firma addirittura in testa, oltre allo spreco economico”.
La costumista prosegue: “Come ogni anno, le colleghe di Roma, preparano mesi prima tutta la manifestazione in completa autonomia e con un livello alquanto alto. Rammento la normativa aziendale che dice di intervenire con le maestranze esterne in caso di carenza del personale che in questo nostro caso NON ESISTE!! IL PERSONALE C’E’ ED È ANCHE MOOLTOO VALIDO E QUALIFICATO!!Mi chiedo perché le colleghe siano costrette addirittura ad assistere la stylist esterna come assistenti, che bisogno c’è? Perché questa umiliazione? Ditemi voi!!”.
Alla denuncia è allegata anche una lettera della RSU che si addentra ulteriormente nella vicenda sottolineando che la richiesta della stylist esterna proviene dal “conduttore e direttore artistico del Festival” (Amadeus) e che è affiancata a “un altro professionista, suo stilista/sponsor di fiducia, che si occupa totalmente della sua immagine da anni”.
La lettera della Rappresentanza Sindacale Unitaria si chiede come mai, “senza nulla togliere alla professionalità della collega esterna”, questa Rai in “un periodo difficile sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista delle rigide norme covid, per l’ennesima volta ricorra a un contratto esterno, di cui francamente non si avverte a necessità professionale, il cui compenso ci pare puro sperpero aziendale”.
Cosa ne pensa l’Amministratore Delegato Rai Carlo Fuortes, che in Commissione di Vigilanza ha più volte sottolineato l’esigenza di risparmiare e di ridurre i debiti dell’azienda? C’è davvero l’esigenza di pagare stylist esterni quando si può contare su una settantina di professionisti interni già pagati dal canone? Quanto costa tutto questo? E i tagli si limitano soltanto all’edizione notturna della Tgr?