Sanremo. La “Nave dei folli” simbolo della deriva Rai

Sanremo nave
Hieronymus Bosch, La Nave dei folli

di Marco Zonetti

Nel preciso momento in cui Dagospia ha diffuso la notizia, secondo la quale la Rai stava pensando a una nave da crociera su cui stivare 400 persone (senza contare i membri dell’equipaggio), facendole poi sbarcare con un tender nei giorni della kermesse canora per assicurare la presenza del pubblico al Teatro Ariston di Sanremo in era Covid-19, ci sono venute in mente diverse suggestioni.

Le preoccupazioni del Segretario della Vigilanza Anzaldi

Suggestioni cinematografiche soprattutto, e in primis nell’ambito del genere catastrofico come Titanic o L’avventura del Poseidon. Per non parlare – visto che siamo in tema virus – del film horror Rec 4, con lo scoppio di un’epidemia zombie su una nave quarantena in mezzo al mare. Insomma, non esattamente delle immagini di letizia e spensieratezza, specie nella misura in cui non è assolutamente detto – come ha sottolineato più volte il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi – che la soluzione della nave sia sicura e non potenzialmente a rischio di dar vita a un cluster del Covid-19. “C’è un parere del Comitato Tecnico e Scientifico?” si domanda infatti il Deputato in un’intervista a Veronica Marino dell’Adnkronos. “E’ stato consultato il ministero della Salute?”.

Le preoccupazioni del Segretario Anzaldi sono legittime, così come le sue obiezioni sul fatto che, da mesi, sono chiusi teatri e cinema e sono saltati concerti ed eventi per mantenere le massime precauzioni, mentre per Sanremo si potrebbero aggirare le restrizioni solo per avere il pubblico in sala. Un “fantasioso progetto faraonico” che, per giunta, non garantisce sicurezza alcuna.

La Nave dei folli

Ma l’idea balzana della Rai ci ha soprattutto evocato la suggestione letteraria de La nave dei folli di Sebastian Brant, poema satirico scritto in tedesco alsaziano e pubblicato nel 1494. Opera che castigava i costumi dissoluti del tempo, alla quale rese omaggio anche il pittore olandese Hieronymus Bosch nel suo dipinto omonimo. Dipinto nel quale l’artista immortala una folla di personaggi stretti su un’imbarcazione e intenti a gozzovigliare: un simbolo possente che restituisce alla perfezione l’attuale deriva della Tv di Stato italiana.

Il triste balletto dei dirigenti Rai a Sanremo 2020

Ci si domanda infatti se, fra quei 400 “fortunati” scelti per far parte del pubblico dell’Ariston, vi siano anche i dirigenti Rai che l’anno scorso invasero Sanremo per presenziare nelle prime file del teatro a spese degli italiani, a cantare e ballettare al ritmo di Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri. Una imbarazzante atmosfera da villaggio vacanze che vedeva il direttore di Rai1 Stefano Coletta, il Presidente della Rai Marcello Foa, l’Ammnistratore Delegato Fabrizio Salini assieme a conduttori, divi, divetti, funzionari, capistruttura, dirigenti, autori, amici, parenti, cognati, cugini, amanti, tutti in costosissima trasferta al Festival. Una trasferta che suscitò – dopo una nostra denuncia – anche un’interrogazione parlamentare e un’inchiesta interna, finite poi nell’oblio grazie anche allo scoppio della pandemia di lì a poche settimane.

La proposta del Consigliere Laganà

Onde evitare lo stesso patetico spettacolino di cui sopra, il Consigliere di Amministrazione Rai Riccardo Laganà (non presente a Sanremo all’epoca a cantare e sgambettare, bensì rimasto a Viale Mazzini a lavorare) ha avuto un’idea. Stigmatizzando anch’egli la soluzione della nave e confermando ancora una volta la mancata comunicazione al CdA da parte della Rai riguardo all’ipotesi in questione, egli propone che nelle prime file dell’Ariston sieda un altro genere di pubblico.

“Un numero limitatissimo di persone scelte tra operatori sanitari, medici, volontari del terzo settore, disoccupati, piccoli imprenditori in difficoltà e utenti Rai estratti a sorte?”. E continua: “Non i soliti onnipresenti volti istituzionali ma ipoudenti aiutati dal progetto Beethoven”. Un progetto “che permette alle persone con deficit uditivo di ascoltare musica attraverso una sofisticata apparecchiatura progettata e realizzata dal Centro Ricerche Rai di Torino”.

Hybris o tracotanza

I vertici Rai ascolteranno Laganà, abbandonando l’ipotesi della “Love Boat” sanremese? Mah. Amadeus ai microfoni di Radio Zeta ha del resto confermato e ribadito la soluzione della nave, sostenuto anche dal suo potentissimo agente Lucio Presta.

Una versione moderna de La Nave dei folli realizzata dal pittore Daniel Miller vede l’imbarcazione in questione fregiata dalla scritta Hybris. Ovvero la “tracotanza” che, nelle tragedie greche, condannava sempre colui che se ne macchiava. Altro concetto simbolo dell’attuale Rai e della sua “nave dei folli”.