Soldi pubblici alla Rai. Anzaldi: “Solo per prodotti di qualità, non per moltiplicare sprechi”

Anzaldi Rai

di Marco Zonetti 🖋️

Qualche giorno fa si è conclusa con successo la prima stagione della fiction in onda su Rai1 Un professore, con Alessandro Gassmann e Claudia Pandolfi, e proprio questa mattina ai microfoni di Rai Radio Uno nel programma Tutti in classe è stata confermata la messa in cantiere della seconda stagione.

La fiction diretta da Alessandro D’Alatri che vede nel cast, fra gli altri, anche Paolo Conticini, Nicolas Maupas, Damiano Gavino e Christiane Filangieri, e che racconta la storia di un professore di filosofia, Dante Balestra (Gassmann), tornato a Roma dopo molti anni per recuperare i rapporti con il figlio, è stata lodata dal Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv) che ha commentato così su Twitter: “Grande successo di ascolti per l’ultima puntata di Un professore con Alessandro Gassmann su Rai1: il pubblico premia un prodotto tv davvero da servizio pubblico. Ecco per cosa è giusto pagare il canone“. Abbiamo posto qualche domanda al Segretario Anzaldi, anche alla luce delle dichiarazioni di Francesco Rutelli, Presidente dell’Anica, il quale ha auspicato che il Servizio Pubblico venga “rafforzato” al fine di “cogliere la sfida imposta dalla crescita ‘colossale’ della domanda e dell’offerta dei contenuto audiovisivi”.

Onorevole Anzaldi, è arrivata la conferma che Un professore con Alessandro Gassmann proseguirà con la seconda stagione. Riguardo a questa fiction, lei ha parlato di un prodotto “davvero da servizio pubblico”. E’ soddisfatto?

“E’ positivo che sul settore della fiction la Rai proponga prodotti di alto livello e sappia cogliere l’interesse dei cittadini. Un professore è stato certamente un successo perché ha saputo trattare con leggerezza e attenzione un tema complicato come quello dell’insegnamento. Ma lo stesso vale anche per altri prodotti di grande qualità come Blanca e Doc.

E’ d’accordo con chi, come ad esempio il Presidente dell’Anica Francesco Rutelli, ha chiesto di dare più soldi alla Rai per rafforzare il settore audiovisivo?

“Sostenere il settore della fiction di qualità è certamente uno dei doveri da servizio pubblico ed è giusto che la Rai abbia i mezzi per adempiere a ciò che prevede il Contratto di Servizio. Però occorre avere ampie garanzie e distinguere bene: i soldi pubblici devono servire per realizzare prodotti di qualità, non certo per moltiplicare ancora di più gli sprechi che, purtroppo, in Rai continuano ad esistere abbondantemente. Basti vedere quanto è stato difficile tagliare uno spreco inspiegabile come i mega straordinari notturni per l’edizione di 4 minuti dopo mezzanotte del Tgr. Oppure basti pensare che la Rai continua ad avere 14 canali tv e 12 canali radio senza essere stata in grado neanche di accorpare le testate giornalistiche nella Newsroom unica, secondo il modello applicato da tutti i servizi pubblici europei”.

Quindi è contrario a un aumento del canone o a qualsiasi altra forma di aumento dei finanziamenti alla Rai?

“La Rai dispone di quasi 2 miliardi di euro di canone, è importante che pensi a spendere bene questa montagna di denaro, anche perché non tutti i soldi dati alla Rai sembrano ben spesi. Se si realizzano fiction di qualità, che fanno grandi ascolti e sono vendibili anche all’estero, allora si fa davvero servizio pubblico. Se si tutelano posizioni di privilegio, ad esempio per agenti e conduttori, si sprecano soldi pubblici. Per rafforzare il settore mi auguro che, come ha chiesto l’Ad di Lux Vide Luca Bernabei, il tax credit e gli incentivi vengano rinnovati, perché si sono dimostrati molto utili ed efficaci. Se la qualità la fanno anche Netflix e Amazon, è giusto che gli venga riconosciuto”.