Sprechi Rai: oltre 70 mln di euro l’anno solo per tenere aperte le sedi

Sprechi Rai

di Marco Zonetti 🖋️

Le cifre documentate dalla Corte dei Conti nel suo ultimo rapporto sulla Rai, e riportate da Fabio Pavesi su Verità e Affari, lasciano di stucco. Basti dire che, solo per tenere aperte le sedi della Tv pubblica, da quelle centrali a quelle periferiche, il contribuente spende ogni anno oltre 70 milioni di euro. Si parla di “spese vive”, ovvero affitti, riscaldamento, manutenzione, vigilanza.

E c’è di più, “solo per le sedi regionali si spendono 12 milioni con qualche discrasia: Firenze e Palermo da sole costano un milione a testa, rispetto alla media di 600mila euro delle altre sedi”. Il triste primato spetta a Roma, il cui centro di produzione Rai costa ben 22 milioni di euro annui. Quello di Milano, dal canto suo, costa quasi 7 milioni e Saxa Rubra oltre 10. Verità e Affari sottolinea inoltre il “peso rilevante” dei costi esterni per realizzare i telegiornali. “Oltre ai ricchi stipendi dei giornalisti che pesano per quasi 300 milioni l’anno, la realizzazione dei Tg comporta costi per ben 62.5 milioni”.

Pesano, da soli, per 15 milioni di euro i Tg regionali – protagonisti di una lunga diatriba tra USIGRai e l’Ad Carlo Fuortes per la chiusura dell’edizione notturna, i cui sprechi – assieme a quelli relativi alle suddette sedi – sono stati denunciati in più servizi da Pinuccio di Striscia la Notizia, con interrogazioni parlamentari da parte del Senatore Elio Lannutti (C.A.L.) e del Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv).

Se Rai News costa dieci milioni, quasi quanto il Tg1, con ascolti però irrisori rispetto al notiziario della Prima Rete, Verità e Affari riporta anche le spese “faraoniche” per sostenere Rai Corporation, filiale americana in liquidazione da anni ma che “ha comportato un onere complessivo di quasi 7 milioni bruciati tra svalutazioni e deficit patrimoniali. Soldi gettati”.

Quanto ai contratti, nel 2020 la Corte dei Conti ha rilevato che “il valore dei contratti stipulati dalle varie Direzioni sono ammontati a 1.77 miliardi con un incremento solo in un anno di oltre 700 milioni”, con i contratti di produzione lievitati a quasi un miliardo.

Secondo Verità e Affari, pesano molto sui conti della Rai gli “affidi diretti”, ovvero i contratti svolti senza gara e senza bandi. “I soli acquisti dei diritti Tv e sportivi sono in affido diretto per una cifra passata da 361 milioni nel 2019 a 1 miliardo nel 2020”.

La linea di condotta relativa alle gare senza bando non vale però solo per i diritti sportivi che vedono un interlocutore obbligato e quindi necessariamente “l’affido diretto”. Bensì risulta utilizzata anche per gli acquisti generali.

Come ha ricostruito la Corte dei Conti, infatti, “nel 2020 l’affido diretto ha riguardato contratti per un valore di 437 milioni su 774 milioni totali. Una discrezionalità che lascia margini di opacità”. Ecco perché, come la magistratura contabile evidenzia nel suo report, ” si deve rilevare un inappropriato ricorso a proroghe di contratti in essere, frutto di intempestivo avvio di procedure aperte di affidamento unito alla mancata programmazione delle attività necessarie per un corretto ed efficiente espletamento dell’attività stessa”. Tanto, come sempre sottolineiamo, pagano gli italiani.