Sprechi Rai per le trasferte giornalistiche: Anzaldi scrive a Draghi

Anzaldi Draghi Rai
Michele Anzaldi e Mario Draghi

di Marco Zonetti 🖋️

Riguardo alla spedizione monstre di ben cinque inviati con rispettivi operatori da parte delle varie testate Rai (Tg1, Tg2, Tg3, RaiNews, Gr) per seguire la visita di Mario Draghi all’hub di Palmanova (Ud) dal quale sono partiti gli aiuti all’Ucraina, è intervenuto il Segretario della Commissione di Vigilanza Michele Anzaldi (Iv), che ha scritto una lettera aperta al Presidente del Consiglio, pubblicata su facebook e che riportiamo integralmente qui di seguito.

Gentile Presidente, la sua importante visita all’hub di Palmanova in Friuli, da cui partono gli aiuti e i materiali sanitari per l’Ucraina, è diventata un’occasione mancata su un ambito che può apparire minore ma che, comunque, riguarda pur sempre i soldi dei cittadini, ovvero la Rai. L’omaggio del Governo al sistema di accoglienza e ai volontari della protezione civile, che stanno operando per soccorrere chi scappa dalla guerra, ha dato luogo all’ennesima opportunità di spreco da parte del servizio pubblico.

Per seguire l’appuntamento in Friuli, dal valore principalmente simbolico, la Rai ha infatti mandato ben 5 inviati, e quindi presumibilmente con i relativi 5 operatori, come documentato dal sito “VigilanzaTv”: Tg1, Tg2, Tg3, Rainews, Gr. Nel 2014, in occasione della missione dell’allora premier Matteo Renzi in Australia a Brisbane, per il G20, fece scandalo che la Rai avesse inviato 5 giornalisti con relative troupe al seguito del governo italiano. La foto dei 5 microfoni Rai fece scalpore e diventò il simbolo di una stagione che si sarebbe voluto archiviare.

Un regolamento interno introdotto dall’Ad dell’epoca, Antonio Campo Dall’Orto, obbligava le testate ad accorpare e condividere gli inviati, per evitare inutili e costose duplicazioni, in particolare in occasioni in cui è raro se non impossibile che si vada oltre le dichiarazioni ufficiali (come ieri a Palmanova). Dalla foto di quei 5 microfoni prese anche le mosse il Piano News che avrebbe dovuto creare un’unica Newsroom, razionalizzando la produzione e mettendo la Rai al pari di tutte le altre tv pubbliche europee.

Quel Piano ha fatto tutti i passaggi previsti, è stato approvato nel 2015 dal Cda presieduto dall’ex dirigente di Bankitalia Anna Maria Tarantola e dalla commissione di Vigilanza presieduta da Roberto Fico, ma dopo 7 anni rimane incredibilmente ancora chiuso in un cassetto, e oggi scopriamo anche che la direttiva contro il proliferare di inviati al seguito del premier viene totalmente ignorata. Siamo tornati indietro, invece di andare avanti.

Forse proprio lei, presidente Draghi, espressione di un’inedita maggioranza allargata e trasversale, è l’unico in grado di poter finalmente dare applicazione a quel Piano News, che aggiornerebbe la Rai al modello produttivo applicato in tutte le tv europee e farebbe risparmiare a regime ben 70 milioni di euro annui. Palazzo Chigi potrebbe dare un segnale netto all’amministratore delegato Fuortes, nominato da questo governo, e mettere così la parola fine al continuo sperpero di soldi pubblici del canone dei cittadini.

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