Storia della televisione. Il valore antropologico di Linea Verde

Linea Verde Storia della televisione italiana
Federico Fazzuoli

Anche se non lo dichiara nei suoi intenti Linea verde, in onda ogni sabato e domenica su Rai1 dalle 12:20 è una trasmissione a sfondo antropologico, che a noi offre l’occasione di trattare di storia della televisione – questa volta a ritroso nel tempo – perché affonda le sue radici nella tv delle origini. E ne sottolineiamo il gusto antropologico, e il valore sociale che ne deriva, poiché nasce dall’interesse per gli altrui usi e costumi. La cui conoscenza può solo che suggerirne il rispetto, mettendo qualche volta a dura prova qualche nostra falsa certezza.

L’agricoltura italiana e le sue eccellenze

Linea verde è, per definizione, il programma di Rai1 che da oltre mezzo secolo racconta l’agricoltura italiana, le sue eccellenze, il territorio, il comparto enogastronomico e agroalimentare. Con sguardo attento a ciò che li tutela, sia esso dato da politiche culturali, energetiche ed ecologiche. È una trasmissione di grande successo se solo consideriamo che è “salvata” su RaiPlay con i suoi numerosi spin-off , di cui ricordiamo Linea verde life, condotta ogni sabato da Marcello Masi e Daniela Ferolla, e Linea verde tour, a seguire dalle 15:00, con Federico Quaranta, Giulia Capocchi e Peppone.

Linea verde, l’originale, è condotta ogni domenica alle 12:20 da Ingrid Muccitelli e Beppe Convertini. E dal 1981, anno della sua creazione, è stato tale il successo di Federico Fazzuoli (ne era conduttore e curatore) al punto da farne un «filo diretto tra produttori e consumatori», come evidenziato dal critico televisivo Aldo Grasso in Storia critica della televisione italiana. «Interviste, dibattiti, servizi e inchieste (registrati o in diretta, dall’elicottero come da cavallo) dall’Italia e dall’estero, oltre a rubriche presentati da personaggi e ospiti illustri, esprimono una costante attenzione alle tradizioni locali. Si tratta di fatto di un giornalismo itinerante che mira a coinvolgere i telespettatori (in fondo potenziali turisti) nella scoperta di realtà e luoghi spesso sconosciuti». Telespettatori che, allora, arrivarono a ben otto milioni.

L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro agricolo

Parafrasiamo l’incipit della Costituzione per sottolineare che, quando la televisione iniziò a raccogliere davanti a sé tanti italiani, quello agricolo era ancora il lavoro più praticato. Questo il motivo dell’esistenza di trasmissioni quali A come agricoltura o Agricoltura domani di cui Linea Verde ha raccolto l’eredità. Anzi, Linea Verde è stata negli anni settanta una rubrica di A come agricoltura prima di soppiantarla. E numerose sono state le trasmissioni sul tema che le precedettero. Da L’agricoltura in Italia, un documentario inchiesta in sei puntate in onda dal 27 aprile del 1960 ogni due settimane. A La tv degli agricoltori, una rubrica settimanale trasmessa dal 1955 al 1970 prima di lasciare spazio ad A come agricoltura. Ma c’è un altro programma delle origini che era un Linea Verde in nuce. È Viaggio nella valle del Po alla ricerca dei cibi genuini.

Viaggio nella valle del Po alla ricerca dei cibi genuini

Mario Soldati

Mario Soldati, già scrittore e regista, il 3 dicembre 1957 si improvvisa gastronomo e intervistatore. Come Aldo Grasso ricorda, per Soldati «viaggiare è conoscere e il modo più facile, più diretto di arrivare a conoscere un paese è praticare la cucina della gente che lo abita. Nei cibi e nella maniera di cucinarli c’è tutto». Lo aveva capito anche Bronislaw Malinowski quando nel 1914 giunse sulle isole Trobriand (Melanesia) dove restò a lungo, e a stretto contatto con le popolazioni indigene, ponendo le basi della “osservazione partecipante” (la capacità di immedesimarsi in altro ambiente sociale al fine di “riportare” in modo oggettivo e scientifico ciò che si osserva), e della ricerca etnografica sul campo.

A Mario Soldati andò meglio: per Viaggio nella valle del Po alla ricerca dei cibi genuini setacciò la Pianura Padana «da un caseificio all’altro, da una fabbrica di panettoni a una di caramelle», con microfono alla mano, per 12 puntate in onda fino al 18 febbraio 1958. Anche alla ricerca di cibi perduti, col suo fiuto da buongustaio.  Un viaggio tra «cucine e fabbriche, pesca e riti del folklore locale, divagazioni curiose e splendide inquadrature», sulle note di Nino Rota. «Un raro documento di antropologia culturale (per fortuna quasi integralmente conservato nelle Teche), con importanti incursioni anche nel mondo della letteratura e dell’arte, nonostante le feroci e divertite critiche vergate da Achille Campanile».

Antonio Facchin

Fonti

Ugo Fabietti, Elementi di antropologia culturale, © 2015 Mondadori Education S.p.A. Milano

Aldo Grasso, Storia critica della televisione italiana (1954-1979) © il Saggiatore S.r.l., Milano 2019

Bronislaw Malinowski su Treccani, enciclopedia online

RaiPlay, Viaggio nella valle del Po alla ricerca dei cibi genuini