Taglio Tg Sport, sciopero USIGRai contro Fuortes. Anzaldi chiede chiarezza

Ad Rai Carlo Fuortes
L’Amministratore Delegato Rai Carlo Fuortes

di Marco Zonetti 🖋️

Mentre la Rai si trova a dover fare i conti con la variante Omicron che falcidia le produzioni televisive tra contagi e quarantene, ecco che si avvicina una data fatidica che potrebbe mettere in ginocchio Viale Mazzini guastando la fine d’anno alla Tv di Stato.

Il Covid-19 non c’entra in questo caso, visto che parliamo dello sciopero audio-video del personale giornalistico proclamato (e confermato) dall’USIGRai il prossimo mercoledì 29 dicembre 2021, per protestare contro il già discusso taglio dell’edizione notturna della Tgr, oltre che del Tg Sport della notte.

Ma andiamo con ordine. Una settimana prima di Natale, in tutti i Tg nazionali è stata letta una nota dei Comitati di Redazione in cui si tuonava con toni catastrofisti contro tagli e attacchi perpetrati contro l’informazione da parte dell’azienda attraverso la decisione di cancellare l’edizione notturna della Tgr, nota accompagnata dalla smentita da parte della Rai.

Dopodiché, il 23 dicembre, l’USIGRai ha rincarato le accuse contro Viale Mazzini in un comunicato rilanciato dalle agenzie stampa. “Questa volta – si leggeva nel comunicato – nel mirino dell’ad Fuortes è finito il Tg Sport della notte, unico appuntamento che – tenuto conto delle norme sui diritti sportivi – può tempestivamente trasmettere gol e risultati delle gare serali del calcio e degli altri sport. Con il taglio della terza edizione della Tgr fanno la stessa fine anche gol e risultati della serie C di ciascuna regione e cosi’ anche per le squadre locali degli altri sport”.

E ancora: “Tutte notizie e immagini che dal 10 gennaio la Rai dara’ solo il giorno dopo con un danno al pubblico pagante (quello del canone) che se vorrà e potraà permetterselo, dovrà cercare queste notizie sui nuovi player privati che forniscono a pagamento questi servizi. Tagliare senza un progetto anche sull’informazione sportiva aggrava il problema della marginalità a cui il servizio pubblico si sta condannando con la perdita di diritti su diverse discipline, a partire dal calcio“.

Secondo l’USIGRai: “Manca una prospettiva di rilancio del servizio pubblico, manca un piano industriale che realizzi gli impegni sottoscritti con il Contratto di Servizio. Intanto l’amministratore delegato che taglia spazi di informazione giustificandolo con i dati di ascolto rimane lo stesso che in Vigilanza il 23 novembre scorso aveva detto che dal suo punto di vista la Rai deve essere “un servizio pubblico che non insegue lo share come unico parametro di successo ma che propone e offre una vera e piena alternativa al modello di televisione commerciale – e aggiunge – lo share, se non letto allargando lo sguardo, può rivelarsi una informazione fuorviante”.

Sempre il 23 dicembre scorso, Viale Mazzini aveva però smentito le rivendicazioni del sindacato: “La Rai sta cercando di adeguare ancora di più la sua programmazione alle esigenze del suo pubblico. L’edizione del Tg Sportivo da eliminare sarebbe quella notturna in onda su Rai Sport nei canali 57 e 58. Viene vista dallo 0,5% delle persone che guardano la televisione a quell’ora“. Secondo l’azienda: “Non ci sarà alcun effetto per gli appassionati di sport che potranno vedere tutti i gol di Serie A e Serie B su 90º minuto, Domenica Sportiva e su tutti i Telegiornali di Rai Uno, Rai Due, Rai Tre, RaiNews24 e Rai Play”.

VigilanzaTv ha chiesto un parere sullo sciopero del 29 dicembre al Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv), già artefice di un’interrogazione ai vertici Rai sulla terza edizione della Tgr, che determina costi esorbitanti per il contribuente complice lo scatto di “ricchi straordinari” notturni, pur essendo praticamente identica a quella delle 19.30 come invece aveva segnalato Pinuccio di Striscia la Notizia.

L’On. Anzaldi ci ha risposto: “Dopo aver interrotto tutti i Tg del Servizio Pubblico per leggere comunicati firmati sia dal CdR sia dall’azienda, sarebbe opportuno che qualcuno facesse chiarezza. Se davvero, come sostiene la Rai, si tratta dello 0.5% di share sui canali 57 e 58, parliamo di una manciata di teleutenti. E un’azienda che, come ha ricordato proprio l’Ad Fuortes in Commissione di Vigilanza, ha 300 milioni di debiti, da qualche parte deve pur iniziare a razionalizzare i costi, eliminando gli sprechi là dove sono, e a efficientare la Rai nell’era di Internet“.

E il Segretario della Vigilanza Rai aggiunge: “Visto poi che si parla di percentuali, di costi, di cifre e in generale di argomenti non immediatamente comprensibili per il cittadino, anziché diramare comunicati allarmanti nei Tg del Servizio Pubblico, sarebbe opportuno fare opera di trasparenza sull’oggetto della contesa tra USIGRai e azienda, anche da parte degli organi di stampaIn primis, quanti sono gli italiani che sanno cosa sia lo share? Quanti sono gli italiani che sanno quale sia lo share dei canali 57 e 58? Quanti sono gli italiani che sanno quale sia lo share dei canali 57 e 58 in quella fascia oraria? Io, da giornalista, mi sarei rifiutato di leggere quel comunicato in diretta nazionale senza chiarire ciò di cui stavo parlando. Essendo la principale azienda di comunicazione d’Italia, la più ricca e quella con il maggior numero di dipendenti, la Rai dovrebbe porsi il problema della corretta comunicazione e impegnarsi affinché il suo messaggio sia comprensibile a tutti, dal primo all’ultimo dei cittadini che pagano il canone. Cos’ha capito in questo caso il cittadino? Nulla”.

E ancora: “Prima dello sciopero del 29 dicembre, sarebbe dunque doveroso fare chiarezza nel rispetto dei cittadini che pagano il canone Rai, dal momento che – in ultima analisi – i soldi utilizzati e, nella peggiore delle ipotesi, sperperati, sono i loro” conclude l’On. Anzaldi. 


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