Tg1. Borioni e Laganà chiedono trasparenza su nomine

Giuseppe Carboni tg1 nomine
Il Direttore del Tg1 Giuseppe Carboni

La sentenza del Tar sulle nomine e promozioni nei Tg Rai

Qualche settimana fa, il Segretario della Vigilanza Rai Michele Anzaldi chiedeva al Ministro Gualtieri perché il Governo non chiedesse all’amministratore delegato Salini, scelto dal governo del Movimento 5 stelle e della Lega, di applicare subito la sentenza del Tar sulla trasparenza nelle nomine e nelle promozioni dei telegiornali. L’On. Anzaldi si riferiva alla sentenza relativa a un ricorso di una giornalista del Tg1, sancendo “il rispetto dell’obbligo, per i direttori Rai che promuovono, di motivare in maniera adeguata e formale ogni scatto di carriera“.

La lettera di Rita Borioni e Riccardo Laganà al CdA Rai

Sulla questione sono tornati i Consiglieri di Amministrazione Rai Rita Borioni (Pd) e Riccardo Laganà (Dipendenti). Intervistati da Veronica Marino dell’Adnkronos, hanno annunciato di aver chiesto che venga data esecuzione alla richiesta di accesso agli atti da parte della giornalista del Tg1.

E ancora: “Assicurando la massima trasparenza sui criteri di nomina della Rai, a 360 grandi, si eviterebbe di obbligare i dipendenti ad affrontare spese legali per accedere agli atti, si eviterebbero conseguenti costi all’Azienda in caso di ricorso e, cosa più importante, si darebbe concretezza ad una Rai davvero trasparente. Come ribadisce, indirettamente, la recente sentenza del Tar che risponde il ricorso di una giornalista del Tg1 che ha fatto richiesta di accesso agli atti sulle recenti nomine della testata ammiraglia“.

Trasparenza, oggettività, tracciabilità, meritocrazia

Lo scrivono Borioni e Laganà in una lettera scritta a quattro mani recapitata a tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione Rai, che si riunirà domani, venerdì 28 novembre 2020. “Recentemente” proseguono i due Consiglieri, “il Tar ha ancora una volta stabilito che Rai deve seguire criteri di assoluta trasparenza nelle promozioni e nell’affidamento di incarichi. I dipendenti del servizio pubblico radiotelevisivo hanno il diritto di accedere a tutti gli atti prodotti per l’assegnazione di incarichi e avanzamenti di carriera. Anche quando regolamenti contrattuali o discipline normative assegnano al direttore di testata discrezionalità nella scelta dei vice direttori o capi redattori, questa deve avvenire sempre secondo trasparenza, oggettività e tracciabilità e con adeguate motivazioni meritocratiche“.

L’ombra lunga dei partiti sulle nomine Rai

Sottolineando che, applicando questi criteri, si allontanerebbe il pericolo dell’ingerenza dei partiti politici sulle nomine, Borioni e Laganà denunciano che ciò, “come ribadito per l’ennesima volta dal Tar, continua a non avvenire correttamente in Rai”. Spingendo così molti dipendenti Rai a “ricorrere in giudizio per chiedere accesso agli atti troppo spesso negato dall’azienda di servizio pubblico, che ricevendo un canone è di fatto azienda di diritto pubblico. Questo si traduce in spese per consulenze e affidamenti a studi esterni che in questo momento dovremmo centellinare per oggettive necessità”.

Applicare la sentenza esecutiva del Tar senza ricorrere al Consiglio di Stato

Il Consigliere Laganà annuncia dunque all’Adnkronos di aver chiesto, con la collega Borioni, che, per l’appunto, “venga data esecuzione alla richiesta di accesso agli atti da parte della giornalista del Tg1 richiedente secondo quanto ordinato della sentenza esecutiva del Tar, invitando inoltre l’azienda a non ricorrere al Consiglio di Stato ed evitare dunque ulteriori costi soprattutto in questo delicato momento di crisi per la concessionaria del servizio pubblico“.