Tg2-Salvini. Anzaldi: “Dopo errore, Lerner e Rizzo Nervo si dimisero. Sangiuliano che fa?”

Salvini Spadorcia Tg2 Sangiuliano

Dopo il disservizio del Tg2 su Salvini-Open Arms, secondo il Segretario della Vigilanza Rai il direttore del Tg2 Sangiuliano ha una sola via d’uscita: le dimissioni

Continua a far discutere la famigerata diretta del Tg2, nella quale la giornalista Maria Antonietta Spadorcia annunciò con entusiasmo il salvataggio di Matteo Salvini in Senato per il caso Open Arms. Salvataggio che ovviamente era una fake news, visto che si era appena votato perché il leader della Lega andasse a processo.

La rettifica giunse solo un quarto d’ora più tardi, e per giunta a “parziale correzione”. Uno svarione in tempo reale che ha scatenato un putiferio che ancora non si placa, soprattutto a Viale Mazzini e in sede di Commissione di Vigilanza.

Il cui Segretario Michele Anzaldi, da noi interpellato, torna sulla vicenda rivangando un caso che qualche anno fa coinvolse i direttori del Tg1 e del Tg3.

Il caso Lerner-Rizzo Nervo

“Nel 1999, quando il Tg1 e il Tg3 trasmisero per qualche secondo immagini shock relative a un’inchiesta sulla pedofilia, gli allora direttori Gad Lerner e Nino Rizzo Nervo rassegnarono immediatamente le dimissioni. Nel caso specifico, Lerner si presentò in onda il giorno successivo per scusarsi personalmente con i telespettatori annunciando la rinuncia alla propria carica.”

“Gli argomenti erano del tutto differenti” prosegue l’On. Anzaldi. “Ma sia nel caso di Lerner e Rizzo Nervo sia nel caso di Gennaro Sangiuliano ci troviamo di fronte a un errore nella catena di controllo. Catena di controllo della quale il principale responsabile è il direttore della testata.”

La responsabilità del direttore di testata sussiste sempre

“Improvvido quindi, da parte del direttore del Tg2, addurre giustificazioni sulla propria assenza nella fattispecie. Come avvenne per i direttori del Tg1 e del Tg3 nel 1999, la responsabilità del direttore sussiste sempre. A prescindere dal fatto che sia materialmente presente o meno in redazione. E sottolineature del genere sono umilianti innanzitutto per la redazione.”

“In un caso di grave disservizio pubblico come questo”, il Segretario della Vigilanza Rai ci precisa concludendo, “l’unica soluzione dignitosa per chi di dovere è dimettersi“.

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