Tracollo Rai. Anzaldi: “Subito via i vertici, responsabilità loro”

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L’Ad Rai Fabrizio Salini e il Presidente Marcello Foa

La Rai rischia il tracollo. I timori del Segretario della Commissione di Vigilanza Rai e Deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, espressi nel corso di due anni di battaglie contro l’Amministratore Delegato in quota M5s Fabrizio Salini e il CdA presieduto da Marcello Foa (Lega), si sono di fatto avverati.

La relazione dell’Ad Salini alla Commissione di Vigilanza Rai sullo stato dell’azienda è seriamente preoccupante: i conti sono in rosso, gli introiti pubblicitari sono precipitosamente crollati e, a detta dell’Amministratore Delegato, il canone non riesce a controbilanciare le perdite. Anzi. Si prospettano dunque possibili licenziamenti e strategici accorpamenti di canali per contenere i costi. Rai Storia, la cui ventilata chiusura ha creato scompiglio in rete, è tuttora a rischio.

“Ad e CdA responsabili della situazione in Rai”

In un intervento pubblicato su Formiche.net, l’On. Anzaldi è dunque perentorio. “L’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini ha inviato una lettera alla commissione di Vigilanza dove attesta che la situazione economico-finanziaria dell’azienda, nelle tendenze per il quadriennio 2020-2023, è ‘non sostenibile’. Un’affermazione che rappresenta una situazione grave, per la quale sono necessari immediati interventi, se non un vero e proprio Piano di rilancio del servizio pubblico.”

E precisa: “A mettere in piedi e realizzare questo Piano, però, non possono certamente essere l’amministratore delegato e il Cda responsabili della situazione, nonché ormai ampiamente in scadenza. Salini e i consiglieri stanno per firmare il loro ultimo bilancio, quello dell’esercizio 2020, e dalla primavera 2021 a gestire l’azienda dovranno essere altri amministratori”.

Urgente nominare nuovo Amministratore e nuovo Consiglio di Amministrazione

Secondo il Segretario Anzaldi, “è urgente, quindi, che si valuti di nominare anticipatamente il nuovo amministratore e il nuovo Cda e che gli attuali amministratori terminino anzitempo il loro mandato, per accelerare il recupero di una situazione deteriorata dalla fallimentare gestione di questi vertici. Il governo, il Parlamento e la commissione di Vigilanza Rai valutino di aprire un’immediata interlocuzione su questo.”

Il Coronavirus ha aggravato una situazione già compromessa

“I problemi connessi all’emergenza Covid sono arrivati su una situazione già molto compromessa” illustra il Deputato di Italia Viva. “E non si può certamente pensare che la soluzione sia immettere ancora più risorse pubbliche nell’azienda, dopo che in questi anni la Rai ha dimostrato di continuare a bruciare i soldi dei cittadini con sprechi, sperperi, privilegi senza alcun riguardo alle pratiche di buona amministrazione.”

L’On. Anzaldi ricorda quindi la risoluzione approvata all’unanimità in commissione di Vigilanza nel 2017 contro i conflitti di interesse di agenti e conduttori: “la sua applicazione avrebbe comportato rilevanti e immediati risparmi di spesa, ma Salini si è sempre rifiutato di applicarla e quando, forzato anche da una delibera Agcom, ha deciso di recepirla, lo ha fatto posticipandola all’anno prossimo. Vergognoso“.

La Rai degli sprechi, degli sperperi, dei privilegi

Il Segretario della Vigilanza Rai quindi rammenta il recentissimo esempio delle tre dirette in contemporanea sulle elezioni americane e confuta la tesi dell’Ad Salini sul canone. “Quella dell’extragettito” precisa Anzaldi, “e della perdita di risorse dal canone è una favola: con il canone in bolletta la Rai ha addirittura aumentato la sua quota di risorse, passando da 1.528 milioni di euro del 2015 (pre canone in bolletta) a 1.636 milioni di oggi, oltre 100 milioni di euro in più. Ma di quale perdita parliamo? Con il canone in bolletta hanno guadagnato tutti: i cittadini, che pagano meno; lo Stato, che incassa di più e ha potuto aiutare il pluralismo nelle tv locali; la Rai, che ha aumentato le risorse”.

“Se l’Ad non sa far quadrare i conti la responsabilità è sua”

“Rai sa da anni quali sono le sue risorse assegnate” tuona Anzaldi, “se l’Ad non è riuscito a far quadrare i conti, se non ha fatto i necessari tagli agli sprechi, se ha continuato a dare privilegi ai conduttori con mega compensi, super produzioni esterne, semi monopoli agli agenti, la responsabilità è sua“.

Quindi torna sulla questione Rai Storia. “Salini propone alcune misure per tamponare la situazione, ma chi dice che quelle siano le uniche misure possibili? L’Ad conferma l’intenzione di voler chiudere Rai Storia e dimezzare l’offerta culturale con l’accorpamento a Rai5, chiudere Rai Sport, bloccare i nuovi canali istituzionale e in inglese decisi dal nuovo Contratto di Servizio con un aumento di fondi di 40 milioni per due anni. Si tratta di scelte sbagliate, che hanno provocato una sollevazione tra il pubblico e tra le forze politiche. Invece di tagliare le produzioni editoriali, l’informazione, la cultura, perché non si lavora davvero a ottimizzare i costi?”

Il piano News di Luigi Gubitosi

Per ottimizzare i costi, l’On. Anzaldi propone di rispolverare il “piano scritto nero su bianco, approvato anche dalla commissione di Vigilanza Rai e dal precedente Cda, che porterebbe a regime risparmi per 90 milioni di euro all’anno alla Rai. È il Piano News dell’allora direttore generale Gubitosi, con la creazione della newsroom unica e il taglio delle spese inutili nelle redazioni”.

“Un piano” illustra il Segretario della Vigilanza, “che adeguerebbe la Rai alla Bbc e alle maggiori aziende editoriali del mondo, senza l’inutile moltiplicazione dei costi e delle strutture. Perché non parliamo di risparmi come questi? Continuare a considerare ogni testata come un’azienda a sé non migliora il prodotto, anzi aumenta i disservizi e moltiplica i costi”.

L’informazione Rai va riformata subito

“Mettere mano all’organizzazione dell’informazione Rai” conclude l’On. Anzaldi, “non è davvero più rimandabile, a maggior ragione dopo aver assistito, con gli attuali direttori dei Tg, al punto più basso mai raggiunto dall’informazione pubblica: violazioni della par condicio, multe dell’Agcom senza precedenti, errori e scivoloni continui, propaganda al posto del pluralismo. Si discuta subito di questo, con un nuovo amministratore e un nuovo Cda”.

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