Ucraina, il Nobel per la Pace russo Muratov dona il premio ai rifugiati ucraini

Il giornalista russo Dmitrij Andreevič Muratov direttore della testata d'inchiesta Novaja Gazeta e vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 2021, ha deciso di donare il riconoscimento al Fondo ucraino per i rifugiati
Il giornalista russo Dmitrij Andreevič Muratov, Premio Nobel per la Pace 2021

di Marco Zonetti 🖋️

Il giornalista russo Dmitrij Andreevič Muratov direttore della testata d’inchiesta Novaja Gazeta e vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 2021, ha deciso di donare il riconoscimento al Fondo ucraino per i rifugiati.

In un articolo pubblicato sul sito ufficiale del suddetto giornale, Muratov ha così spiegato la sua presa di posizione: Novaja Gazeta e io abbiamo deciso di donare la medaglia del premio Nobel per la Pace 2021 al Fondo ucraino per l’aiuto ai rifugiati, che sono già oltre 10 milioni”, esortando quindi le case d’asta a dare seguito al suo annuncio e a mettere in vendita all’incanto la medaglia.

Nello stesso articolo, Muratov auspica la fine delle ostilità, sperando nell’attuazione di corridoi umanitari e nello scambio dei prigionieri, e illustra che, per sostenere chi è colpito dalla guerra, si può “condividere ciò che ci è caro e possiede un valore per gli altri con i rifugiati, con i feriti e con i bambini bisognosi di cure urgenti”.

Il Comitato della Royal Swedish Academy, nel conferirgli il Premio Nobel, precisava che Dmitrij Andreevič Muratov «ha difeso per decenni la libertà di parola in Russia in condizioni sempre più difficili». Caporedattore della Novaja Gazeta per 24 anni, è riuscito a renderlo «un’importante fonte di informazioni su aspetti censurabili della società russa raramente menzionati da altri media». Ricordando che sei giornalisti della testata sono stati assassinati, fra i quali anche Anna Politkovskaja, la Royal Swedish Academy sottolineava inoltre che «Muratov si è rifiutato di abbandonare la linea indipendente» e che «ha costantemente difeso il diritto dei giornalisti a scrivere tutto ciò che vogliono su ciò che vogliono, purché rispettino gli standard professionali ed etici del giornalismo». 

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