Ucraina, ora al Tg1 arriva anche l’ex fidanzato della Maggioni

Gian Micalessin Monica Maggioni
Tg1
Gian Micalessin, firma de Il Giornale

di Marco Zonetti 🖋️

L’USIGRai, potente sindacato dei giornalisti della Tv di Stato, ha posto la questione qualche giorno fa: “Perché la Rai continua a ricorrere a risorse esterne in Ucraina? Ha forse ritirato le inviate e gli inviati?”. Il riferimento è soprattutto al Tg1 diretto da Monica Maggioni, finito varie volte nel mirino dopo il ricorso massiccio a freelance come Valerio Nicolosi di Micromega a Kiev, e altri esterni come in questi giorni Daniele Piervincenzi dal fronte, per citare solo due nomi dei tanti che – pur non essendo dipendenti Rai né tantomeno in forza al Telegiornale – vengono impiegati comunque dal notiziario della Prima rete per raccontare il conflitto russo-ucraino.

Ed ecco che ieri, mercoledì 16 marzo 2022, al Tg1 è comparso – sia nell’edizione delle 13.30 sia in quella delle 20.00 – in collegamento dalla città di Henishek nell’Ucraina meridionale anche Gian Micalessin del Giornale (ma nel sottopancia non vi era alcun riferimento alla testata come accade quando si tratta di giornalisti esterni in collegamento con il notiziario, lasciando quasi intendere che egli fosse un inviato del Tg1). Quel Gian Micalessin che è un valente giornalista di guerra ma anche ex fidanzato di Monica Maggioni, che lo coinvolge in ogni suo progetto come il regista David Lynch si tira dietro in ogni film surreale il suo “attore feticcio” Kyle MacLachlan. Per citare un solo esempio recente, Micalessin ha collaborato anche con Sette Storie, il programma settimanale della Monica nazionale andato in onda su Rai1 nella seconda serata del lunedì sera con ascolti non entusiasmanti.

Gian Micalessin Ucraina Tg1

Malgrado la fine della loro relazione, tra Micalessin e Maggioni regna a tutt’oggi un sodalizio mirabilmente indissolubile, dimostrato per esempio ai tempi in cui il giornalista la difese a spada tratta quando la Rai non trasmise la sua discussa intervista al Presidente siriano Bashar Assad (vicenda spinosa di cui più nessuno parla…), scrivendo un j’accuse in cui tacciava di “cialtronaggine” e “piccineria” la Tv di Stato, “dove, grazie ai sindacati, beghe, odii e ripicche interne contano molto di più di scoop e notizie esclusive”. Collaborando oggi di fatto con la stessa azienda, deve aver cambiato idea.

Il bravo Micalessin fu anche esposto al pubblico ludibrio da Daria Bignardi nel 2007, allorché, intervistando la Maggioni, la conduttrice apostrofò il giornalista con l’epiteto “bel fascistone”, rivangando la sua iscrizione al Fronte della Gioventù. Al punto che egli poi scrisse una lettera al Giornale, redigendo una sorta di coming out in cui rispondeva a tono alla Bignardi ammettendo il proprio passato e snocciolando tutto il proprio curriculum professionale – “ho raccontato una quarantina di guerre” – e sottolineando così che, oltre all’Fdg che l’aveva visto militante dai 17 ai 20 anni di età e all’Msi di cui aveva pagato la tessera, c’era molto di più.

Ovviamente non poteva passare inosservata la sua apparizione in quel “Grand Hotel” che è diventato il Tg1 di Monica Maggioni durante la crisi ucraina, con gente che va e gente che viene e si è perso il conto di quanti sono gli interni e quanti soprattutto gli esterni dispiegati nelle varie zone di guerra. E in rete ieri già molti hanno sottolineato il legame fra Micalessin e la Direttorissima, qualcuno sottolineando che la Maggioni ha “sistemato” anche l’ex fidanzato.

E così torniamo al punto di partenza e ci accodiamo alle questioni poste dall’USIGRai. Qual è il trattamento economico riservato agli “inviati esterni”? Oltre alle risorse interne che già paghiamo con il canone, in che modo i freelance incidono sul budget delle testate (che come ben sappiamo, è anch’esso a carico dei cittadini)? Quanto ci costa tutto questo? La Rai deve fare chiarezza.