Cattiva informazione, il consigliere Rai Laganà presenta interrogazione su Vita in Diretta

Alberto Matano
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Alberto Matano conduce La vita in diretta su Rai1

La vita in diretta, contenitore pomeridiano di Rai1 condotto da Alberto Matano (anche caporedattore a capo autore del programma), finisce nel mirino del Consigliere di Amministrazione Riccardo Laganà.

Il Consigliere in quota dipendenti ha infatti presentato un’interrogazione ai vertici Rai riguardo a due puntate della Vita in Diretta andate in onda il 15 e il 16 settembre. Puntate che, a parere di Laganà, sono andate a discapito della corretta informazione sulla fauna selvatica e sull’educazione ambientale. Tanto che il Consigliere Rai chiede una puntata riparatoria per rimediare ai vari errori nelle suddette puntate, e da lui elencati nella sua interrogazione. Qui di seguito ne riportiamo il testo integrale.

La Vita in Diretta, l’interrogazione del Consigliere Laganà

OGGETTO: Vita in Diretta – servizi su fauna selvatica del 15 e 16 settembre 2020-

Nella puntata del 15 settembre u.s. della Vita in Diretta si è parlato di fauna selvatica. Nei primi istanti dello spazio appare il seguente discutibile titolo: “Orsi, lupi e cinghiali: emergenza animali“, il tutto accompagnato dallo sguardo preoccupato del conduttore e dal tono di voce che non lascia dubbio alcuno sulle tragiche conclusioni del servizio.

Debbo constatare come al solito che – nonostante le mie numerose e inascoltate raccomandazioni fuori e dentro il Cda- quando si affrontano simili argomenti non è quasi mai presente in studio un esperto del settore: zoologi, naturalisti, tecnici faunistici e biologi appaiono nelle reti generaliste sempre molto raramente, tutto questo a discapito della corretta e completa informazione. Forse perché la cultura, l’educazione ambientale e la verità in alcune fasce orarie non fanno notizia, specialmente su certe tematiche. In questo caso però non ci si è limitati a fare disinformazione o cattiva informazione. Ritengo si sia andati un po’ oltre.

Gli animali come killer seriali

Per tutto lo spazio editoriale la fauna selvatica non viene descritta come una ricchezza e come un patrimonio da custodire, ma come un nemico da combattere, un pericolo mortale, animali come killer seriali in libertà. Insomma un fastidio che intralcia le nostre vite e che dev’essere combattuto, eliminato, e non importa se qualche volta per sbaglio è invece passata l’informazione corretta. Non ci possono essere deroghe al contratto di servizio legate all’orario, alla rete e allo share, soprattutto in programmi dall’ascolto alto come per fortuna è la Vita in Diretta.

Il servizio di presentazione su cinghiali, lupi e orsi è stato confezionato con un video montato a mio avviso in modo ansiogeno, effetto rosso sangue per dare un tono di drammaticità, una musica potente e incalzante, quasi da film horror, per instillare nelle persone paura, terrore, odio.

Vengono fatte vedere scene normalissime: riprese di orsi e lupi che camminano, di cinghiali che attraversano le strade, persino di alcuni caprioli (animali notoriamente feroci), ma il tutto a quanto pare vorrebbe essere fatto passare per un’anomalia, un errore, un problema, esseri innocenti da abbattere senza se e senza ma.

Gli animali nel posto sbagliato, l’uomo nel posto giusto sempre e comunque.

Viene dato ampio spazio alle ragioni dei pastori/montanari “addolorati” per la perdita della povera mucca Lucia.
Dispiace per la mucca, ci mancherebbe, peccato che poi i “poveri” allevatori, come vengono rappresentati, nonostante l’affetto fanciullesco che provano per le loro mucche non esitino a spedirle al macello appena terminato il loro ciclo fertile e produttivo.

Manca comprensione delle vere ragioni legate alla convivenza degli animali con l’uomo

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Qual è dunque l’obiettivo del servizio in oggetto? impietosire gli ascoltatori con la storiella strappalacrime della povera mucca vittima designata e far passare l’orso per un efferato serial killer mangiatore di cuccioli ancora in grembo alla mamma mucca? A mio avviso lo scopo del servizio certamente non è quello di educare al rispetto per l’ambiente e la fauna selvatica. Manca la comprensione dei problemi e le vere ragioni legate alla convivenza con l’uomo.

Intanto passano i minuti e a parte una brevissima replica della LAV agli allevatori disperati, di ricercatori e tecnici, in studio per un serio approfondimento nemmeno l’ombra. Errore imperdonabile, da scuse immediate che non sembrano ancora arrivate. Il contratto di servizio è sospeso per diversi minuti.

Menzogne e paura, in nome di cosa?

E’ noto che il conflitto di alcune specie selvatiche con certi settori agricoli è innegabile, a questo punto sarebbe importante trasmettere alle persone il concetto che la fauna esiste, che è un qualcosa di naturale, che è un patrimonio importante, che deve esserci e che va gestita in nome di una convivenza il più possibile armoniosa. Invece qui si fa il contrario, menzogne e paura, propinate in nome di cosa? si tenta di rendere consapevole l’opinione pubblica, si prova ad educare o semplicemente di incollare le persone al televisore o peggio rassicurare qualche portatore di interessi o sponsor?

Sono tutti concordi sul fatto che le pochissime aggressioni di orsi all’essere umano e agli animali sono dovute incontrovertibilmente a comportamenti sbagliati da parte dell’uomo sedicente sapiens.

In trasmissione viene chiaramente dichiarato che le aggressioni di orsi e lupi nei confronti degli esseri umani nel 2019 sono state “274”.

Duecentosettantaquattro aggressioni all’uomo totalmente inventate. Un dato confuso diffuso all’inizio dello spazio che predispone in un certo modo l’ascoltatore non informato.
Vale sempre la pena ricordare che RAI ha l’obbligo di combattere le fake news.

Il concetto di pluralismo

Come riportato chiaramente nell’ultimo rapporto sui Grandi Carnivori 2019 il numero 274 corrisponde alle predazioni. Quelle che dicono di subire gli allevatori, gli stessi che hanno avuto il microfono per un tempo mediamente maggiore, quelli che ricevono finanziamenti pubblici e risarcimenti per ogni capo presumibilmente predato. Di tutto questo l’inviato sul posto non ne ha fatto minima menzione.

Il concetto di pluralismo dovrebbe essere declinato correttamente anche in questo caso, sempre tenendo ferma la barra rispetto alla corretta e veritiera informazione, invece il giorno 16 settembre u.s. gli autori e il conduttore ritornano pericolosamente sull’argomento questa volta prendendosela con i lupi, dipinti come terribili assassini in grado di mettere sotto assedio paesi interi. Si conferma in studio a Roma che il dato di 274 unità, fornito il giorno precedente, viene fuori dalla conta di attacchi generici complessivi nell’anno 2019. La toppa che diventa peggio del buco: di rettifiche ed esperti, e non semplicemente animalisti come banalmente dice il conduttore, nemmeno a parlarne.

L’obbligo del servizio pubblico

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E’ necessario e urgente parlare correttamente, scientificamente di fauna, animali e ambiente, non c’è più tempo e come servizio pubblico abbiamo l’obbligo di farlo, sempre e senza alcuna deroga come ha molto bene ricordato anche il Ministro Sergio Costa.

Un esempio: se il problema sono gli ungulati, perché non parlare seriamente del motivo secondo il quale i cinghiali e i caprioli sono così tanti? forse sarebbe il caso di spiegare alle persone, a maggior ragione su una rete con ampio ascolto come RAI UNO, che dietro a questo “problema” c’è sempre la gestione scellerata e irresponsabile dell’uomo.

Forse sarebbe il caso di spiegare quali dovrebbero essere i comportamenti corretti nei confronti di questi animali per minimizzare i contatti, e chiarire che se gli ungulati causano un gran numero di incidenti stradali è anche perché in Italia nessuno tiene conto dell’attraversamento della fauna in sede di progettazione delle infrastrutture e fornisce gli animali selvatici di alternative come tunnel, sottopassaggi e cavalcavia verdi.

Come Consigliere di Amministrazione RAI, come dipendente e cittadino sono indignato e dispiaciuto per la nostra meravigliosa fauna, beffata e resa strumento di propaganda come al solito nel nome dello share. Gli animali accusati ingiustamente non possono nemmeno rivolgersi a un avvocato per far partire una denuncia per calunnia.

Necessaria una puntata riparatoria

Tanto premesso, chiedo una puntata riparatoria sul tema con ospiti in studio esperti del settore con lo scopo di parlare seriamente della tematica senza toni enfatici e da terrorismo mediatico, evitando così il rischio di procurato allarme sulle reti del servizio pubblico RAI.

Chiedo estrema attenzione a tutti i Direttori di rete rispetto a questo e altri temi connessi con l’ambiente e la sostenibilità, il momento storico relativamente a questi argomenti è notoriamente delicato. Occorre fornire tutti gli strumenti di valutazione e consapevolezza ai cittadini.

Non possiamo ricondurre tutto alla polemica da bar, alla eterna battaglia tra animalisti e non animalisti, questo lasciamolo fare alle reti private se proprio vogliono.

Sono certo che i cittadini che pagano il canone apprezzeranno le auspicabili scuse per gli errori dei giorni precedenti e uno spazio in cui la corretta informazione e l’ autorevolezza informativa possa tornare ad essere protagonista assoluta come siamo abituati a fare in RAI.

Roma 20/09/2020 Il consigliere Riccardo Laganà

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