Xi Jinping, quello che il Tg2 e Botteri non dicono sull’indottrinamento dei bambini cinesi

Botteri Tg2 Xi Jinping Financial Times
Ph: © Kevin Frayer/Getty Images via Financial Times

Di Marco Zonetti

Il servizio di Giovanna Botteri trasmesso dal Tg2, con i suoi toni agiografici nei confronti del leader Xi Jinping e del regime cinese, è stato duramente stigmatizzato dall’On. Michele Anzaldi (Italia Viva), Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, nonché fatto oggetto delle ironie di Striscia la Notizia, che già diverse volte con l’inviato Pinuccio aveva sottolineato il piglio celebrativo nei confronti di Pechino da parte della corrispondente Rai (la cui figlia lavora per un’azienda cinese).

A difesa del servizio del Tg2 diretto da Gennaro Sangiuliano e contro la denuncia dell’On. Anzaldi si è schierato il CdR del notiziario della Seconda Rete, che ha difeso l’operato di Giovanna Botteri, rimproverando il Segretario della Vigilanza Rai di non aver colto “l’ironia” del servizio. Ironia che – a dire il vero – non abbiamo colto neanche noi, così come tantissimi commentatori, anche illustri. Oltre al fatto che un telegiornale del servizio pubblico pagato con il canone è chiamato a informare i telespettatori e non a ironizzare affidandosi alla loro capacità di capire i sottintesi, ammesso e non concesso che vi siano. Ma tant’è.

Sta di fatto che nel servizio in questione, a parte i toni agiografici, non vi era alcun accenno alle reazioni negative dei genitori cinesi all’indottrinamento da parte di Xi Jinping, né alla preoccupazione riguardante il ritorno a un “culto della personalità” che ricorda la Rivoluzione Culturale di Mao Zedong, con i suoi milioni di morti. Per giunta prima di Xi, fino a oggi (e anche su questo la Botteri e il Tg2 non si sono espressi) solo Mao e Deng Xiaoping avevano incorporato il proprio “Pensiero” nella carta costituzionale del Partito. Abbiamo così tradotto un articolo del Financial Times uscito proprio oggi, 28 agosto 2021, che approfondisce gli aspetti inquietanti che il Notiziario Rai pagato dal canone ha omesso di raccontare (o che forse, troppo impegnato a ironizzare, si è dimenticato d’inserire nel servizio).

Le lezioni scolastiche sul “Pensiero di Xi Jinping” allarmano i genitori cinesi

I docenti universitari: Il Paese rischia di aderire a un ‘culto della personalità’

traduzione di Marco Zonetti dell’articolo di Sun Yu pubblicato dal FinancialTimes.com il 28 agosto 2021

La campagna per imporre ai bambini cinesi di dieci anni lo studio della filosofia politica del Presidente XI Jinping viene etichettata da alcuni genitori come “disgustosa” ed evoca il ricordo del culto della personalità di Mao Zedong. Oltre una dozzina di genitori sparsi in tutto il Paese hanno espresso al Financial Times la propria inquietudine per l’introduzione del “Pensiero di Xi Jinping” come materia d’insegnamento scolastico. A partire dal prossimo mese infatti, la filosofia omonima, un mix tra educazione patriottica e agiografia del Segretario Generale del Partito Comunista Cinese, entrerà a far parte delle materie obbligatorie dalla scuola elementare fino all’Università.

“Detesto categoricamente l’idea di costringere i bambini a studiare l’ideologia”, dice la madre di un bambino di dieci anni residente nella provincia orientale di Jiangsu che non vuol essere identificata. “Ma non posso dar voce alla mia preoccupazione di fronte a mio figlio”. “E’ disgustoso” commenta dal canto suo il padre di una bambina in età scolare della provincia centrale di Henan, il quale a sua volta preferisce non essere identificato augurandosi che la figlia “dimentichi tutto non appena avrà dato l’esame”. Le reazioni negative mettono in risalto le difficoltà incontrate dal partito nel voler rendere dominante la filosofia di Xi per le generazioni future.

Da decenni il partito obbliga a insegnare nelle scuole l’ideologia comunista, e tuttavia l’ultimo piano di studi sarà invece imposto a un pubblico insolitamente giovane. Un insegnamento, per giunta, incentrato sull’adorazione di un solo e unico leader, riportando alla mente i ricordi della decennale Rivoluzione Culturale di Mao che ha causato la morte di milioni di persone. Finora, inoltre, nelle scuole cinesi la dottrina comunista non era materia di studio se non a partire dalle medie, e i testi adottati dedicavano spazio a una serie più ampia di leader cinesi del passato. “La Cina sta per aderire a un ‘culto della personalità’, quando invece diversità e inclusività guadagnano terreno nelle altre parti del mondo” ha commentato Ming Xia, docente di scienze politiche alla City University di New York.

Gli scolari di 8-9 anni seguiranno una lezione alla settimana sulle idee di Xi, adottando gli stessi testi in ogni provincia. Il corso sarà semestrale e obbligatorio anche per gli studenti delle scuole superiori, dell’università e per gli specializzandi. Secondo una circolare diffusa questa settimana dal comitato chiamato a redigere i testi scolastici che fa capo al Ministero dell’Istruzione, gli studenti delle scuole elementari hanno l’obbligo di sapere che “il Segretario Generale Xi guida tutto il partito e il popolo cinese”, mentre gli specializzandi devono essere in grado di “divulgare, interpretare e studiare” i suoi pensieri. Il comitato ha riempito i testi scolastici di immagini di Xi e di citazioni tratte dai suoi discorsi. Secondo Wu Yujub, docente all’Università Normale di Pechino e uno degli autori del testo scolastico di terza elementare, gli studenti devono arrivare a conoscere il presidente “a distanza ravvicinata”.

Nel testo utilizzato dai bambini di 8-9 anni si legge una storia secondo cui l’amore di Xi per la Cina è divampato da bambino, grazie a una predica della madre sul patriottismo di un generale della dinastia Song. Mentre in quello per gli scolari di 10-11 anni, Xi, che ha prestato brevemente servizio come assistente del Ministro della Difesa ma che non ha alcuna esperienza militare, è ritratto come un “vecchio soldato” che da ragazzo indossava spesso divise militari e nutriva “profonda ammirazione” per l’esercito.

Alcuni docenti hanno perfino insegnato agli studenti a ringraziare Xi se possono godersi i loro passatempi preferiti. Quest’anno, in una lezione sperimentale sulla filosofia di Xi, l’insegnante di una scuola di Hangzou nella quale il football è notoriamente parte cospicua del programma, ha detto agli studenti che per i risultati ottenuti possono dir grazie alle “premure” del leader nei loro confronti. Zhang Jiajia, l’insegnante, ha dichiarato poi in Televisione: “Ho informato i miei allievi che Nonno Xi ci accompagna e c’incoraggia sempre”.

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