Al via la “nuova Rai per l’estero”. Ma è il canale inglese “riciclato”?

Rai

di Marco Zonetti

La Rai raddoppia la sua offerta per l’estero e lo fa nel segno della contemporaneità inserendo la lingua inglese in tg dedicati e sottotitoli su molti prodotti. La veste grafica e i contenuti sono totalmente rinnovati per garantire agli italiani all’estero e agli stranieri affascinati dal nostro Paese un corpo editoriale legato a doppio filo al concetto di ‘Made in Italy’”, leggiamo nel comunicato stampa di Viale Mazzini che ha lanciato la presentazione dell’offerta estera da parte della Tv di Stato.

Ma non è la riproposizione del famigerato “canale inglese”? Nella come di consueto esaustiva analisi di Angelo Zaccone Teodosi, Presidente di IsICult (Istituto italiano per l’Industria Culturale), pubblicata sul quotidiano online Key4biz.it, si celebra definitivamente il requiem per il suddetto “canale inglese” di cui ripercorriamo di seguito tutto l’iter.

Esiste un detto, “andarsene all’inglese”, che definisce la condotta di chi se ne va senza salutare, senza farsi notare, in silenzio. Una definizione che ben si attaglia al succitato canale Rai, la cui cancellazione in sordina era stata preconizzata da Pinuccio di Rai Scoglio 24, segmento di Striscia la Notizia, esattamente nel 2020. C’è voluta infatti l’audizione dell’Amministratore Delegato Carlo Fuortes in Commissione di Vigilanza a Rai qualche giorno fa, per venire a sapere delle tristi sorti e della dipartita definitiva del canale.

Ma facciamo un passo indietro per capire bene i vari passaggi. Nel novembre 2020, il Tg satirico ideato da Antonio Ricci ricostruiva come nel 2018 fosse nato Rai English, attraverso un accordo con lo Stato che avrebbe sovvenzionato il canale grazie al quale gli utenti avrebbero potuto imparare l’inglese. In primis si era pensato di implementare il progetto a Milano, così da rilanciare gli studi Rai nella città meneghina, e l’ex Ad Fabrizio Salini durante una sua audizione in Commissione di Vigilanza annunciava come il canale andasse a riempire “un tassello che in Italia non esisteva, ma che invece era forte in altri Paesi Europei”.

Sempre secondo il buon Salini, l’obiettivo del canale in inglese avrebbe dovuto essere quello di “parlare dell’Italia al mondo nella lingua del mondo” e di “educare gli italiani all’apprendimento della lingua inglese”. E poi ancora, nell’informare dei “principali avvenimenti politici ed economici e sociali”, esso sarebbe stato “distribuito in Asia, Africa, Europa e America sia via satellite sia via cavo”. In Italia, invece sarebbe stato presente sia sul digitale terrestre sia sul bouquet satellitare”.

Il progetto, ricordava nel suo servizio Pinuccio, prevedeva un investimento di 30 milioni di euro anche per rilanciare il Made in Italy dopo la pandemia, e si pensava di affidarne la direzione a Monica Maggioni (oggi alla guida del Tg1 e all’epoca Amministratore Delegato di RaiCom, sotto la cui egida sarebbe dovuto operare il canale inglese). E tuttavia, come sottolinea l’informato Angelo Zaccone Teodosi nella sua esaustiva disamina su Key4biz.it: “Alcuni osservatori dei diversi ‘dietro le quinte’ di Viale Mazzini sostengono che Monica Maggioni, a suo tempo, si [era] presto resa conto che il canale in inglese non avrebbe beneficiato delle risorse adeguate” spostando così “altrove i propri interessi professionali”.

A quel punto la direzione del canale in inglese veniva affidata a Fabrizio Ferragni a 200mila euro l’anno, mentre l’investimento complessivo cresceva fino ai due milioni di euro. Alla luce di tali spese, “com’è possibile che non esista ancora il canale?” si domandava sempre Pinuccio un anno fa, evidenziando come, con la Rai in rosso e con Salini che batteva cassa al Governo, il progetto del canale “English” veniva di fatto accantonato malgrado gli investimenti milionari a carico del contribuente.

La fosca profezia dell’inviato di Rai Scoglio 24 si consolidava definitivamente qualche giorno fa, nell’ultima audizione in Commissione di Vigilanza Rai dell’Ad Carlo Fuortes, il quale impartiva sacralmente l’estrema unzione all’ambizioso progetto: “Rai in inglese è una cosa che ovviamente ci siamo trovati, che abbiamo ereditato dalla precedente gestione, che, come sapete, non è stata realizzata… [e] … adesso attuare una cosa che per tre anni non è stata attuata, e che magari potrebbe cambiare, ci sembra un passo assolutamente sbagliato da fare”. Traduzione: riposi in pace il canale Rai in inglese, con buona pace dei soldi dei cittadini.

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