Salini in Vigilanza. Anzaldi: “Se Rai fa disinformazione perché pagare canone?”

Fabrizio Salini audizione vigilanza rai

L’Ad Salini in Commissione di Vigilanza Rai

Dopo mesi e mesi di sapienti rinvii e di strategiche procrastinazioni complice anche l’emergenza Covid-19, l’Amministratore Delegato Rai Fabrizio Salini è comparso finalmente davanti alla Commissione di Vigilanza. In una lunga seduta serale nel cui ordine del giorno erano stati – deliberatamente – inseriti numerosi argomenti, gli interventi dei senatori e dei deputati che compongono la commissione si sono distinti per una divisione quasi manichea. Il M5s lodava perlopiù l’operato di Salini. Gli esponenti degli altri partiti hanno invece rilevato le problematiche che affliggono l’attuale gestione della Rai. In primis Valeria Fedeli del Pd, Giorgio Mulè e Maurizio Gasparri di Forza Italia e i leghisti Paolo Tiramani e Giorgio Maria Bergesio.

L’intervento di Michele Anzaldi

Il più critico, in un accorato appello che sottolineava fra le righe la sconfitta della commissione è stato il Segretario della Vigilanza, l’Onorevole Michele Anzaldi di Italia Viva (qui il suo intervento integrale). Rivolgendosi direttamente a Salini e alludendo alla risoluzione volta a limitare lo spadroneggiare degli agenti televisivi in Rai – e mai attuata – egli ha ricordato parlando di “arroganza dei vertici Rai”. “Quando una commissione che rappresenta i cittadini delibera all’unanimità per due legislature che una cosa va fatta, quella cosa va fatta, perché lo chiedono gli italiani“.

La violazione del contratto di servizio

L’On. Anzaldi ha poi fatto notare – assumendosi le colpe quale ex esponente del Pd renziano per l’imposizione del canone in bolletta – come il nodo principale relativo alla Rai sia l’assenza dell’informazione. Nel momento in cui, ha sottolineato il Segretario, il Servizio Pubblico abdica al proprio ruolo di aiutare i telespettatori a farsi un’idea di come funziona il mondo – telespettatori che infatti sempre più vanno a informarsi su altri canali (pensiamo a La7 o a Rete4) – viene violato di fatto il contratto di servizio.

Secondo Anzaldi, in Rai – a partire dai Tg – viene fatta pedissequa disinformazione. “Perché gli italiani devono pagare il canone, se gratuitamente su altri canali trovano l’informazione che cercano?”. E ancora: “Se non vi fosse il canone obbligatorio che vi sostenta e doveste mettervi sul libero mercato, non vendereste un solo abbonamento”.

Il nodo della deroga dei 5/7

Promettendo di promuovere uno studio universitario sulle modalità d’informazione da parte degli italiani, l’On. Anzaldi ha anche aspramente criticato la questione relativa alla facoltà di deroga da parte dell’Ad Salini sulla policy aziendale. Una facoltà già stigmatizzata dallo stesso Segretario della Vigilanza che, qualche settimana fa, parlava di “gravissimo schiaffo al Parlamento” e di “arroganza senza fine di questi vertici Rai che pensano addirittura di poter derogare ad un preciso atto parlamentare, votato all’unanimità da ben due legislature e la cui applicazione è stata sollecitata persino dall’Agcom. Quindi se c’è una maggioranza dei 5/7 in CdA la Rai può decidere di violare la legge?”.

Dipendenti Rai e social network

L’On. Anzaldi ha vieppiù ricordato la risoluzione relativa ai social network onde evitare soprattutto le forme di sponsorizzazioni occulte inserite nei post di conduttori e giornalisti del Servizio Pubblico. Una risoluzione che, come quella sugli agenti Tv, è rimasta a tutt’oggi lettera morta.

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