di Antonio Facchin
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112 milioni di russi sono chiamati alle urne da oggi a domenica 17 marzo. Molti di loro vi si recheranno con la volontà di riconfermare Vladimir Putin alla presidenza della federazione, altri coscienti dell’inutilità del proprio voto; ma sapremo solo domenica quanti avranno accolto l’invito di Julia Navalnaja a esprimere un voto di protesta recandosi ai seggi alle ore 12. Una protesta contro delle elezioni farsa, nel rispetto di quanti son dovuti scappare all’estero solo per aver sfidato Putin, o contestato pubblicamente l’invasione dell’Ucraina. Elezioni dunque che si svolgono nel ricordo di chi è stato il principale oppositore di Putin: Aleksej Navalny.
Vladimir Putin, Presidente della Federazione russa dal 1999
Vladimir Putin, concorre per un terzo mandato consecutivo reso possibile da una riforma costituzionale approvata con un referendum nel 2020; è in carica dal 1999 salvo una breve parentesi tra il 2008 e il 2012, anni in cui ebbe carica di primo ministro. Questo sarebbe dunque il suo quinto mandato, da contendersi con tre “avversari dell’opposizione” che in Parlamento non hanno mai ostacolato le sue politiche: l’oligarca Leonid Slutsky leader del partito liberaldemocratico, Nikolai Kharitonov, candidato del Pcus, il vecchio partito comunista, già a capo della commissione parlamentare per lo sviluppo nell’Estremo oriente russo e Artico. E infine Vladislav Davankov, giovane esponente del nuovo partito popolare, già vice presidente della Duma.
Per contrastare un risultato scontato, in assenza di oppositori perché in esilio, in prigione o defunti, Julia Navalnaja con un video su YouTube ha invitato tutti ad inscenare una vistosa protesta, recandosi in massa alle urne alle ore 12 di domenica invalidando la scheda elettorale, formando piuttosto lunghe e vistose file ai seggi. Mentre le operazioni di voto, per la prima volta su più giorni, coinvolgono anche gli abitanti della Crimea e delle regioni occupate dell’Ucraina. In elezioni in cui sono proibite le proteste, tanto quanto l’astensionismo: Putin punta infatti all’80% dei consensi.