Loggia Ungheria, Taradash: “400mila euro a Conte, ma Il Fatto non ne evidenzia il nome”

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Giuseppe Conte intervistato da Marco Travaglio

Di Marco Zonetti

Il Fatto Quotidiano pubblica “alcuni stralci — selezionati per rilevanza dei ruoli pubblici — degli interrogatori resi davanti ai pm della Procura di Milano, Laura Pedio e Paolo Storari, da Piero Amara, ex legale esterno dell’Eni, già condannato per corruzione e ora indagato a Perugia per violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete”. L’avvocato siciliano Amara, che ha rivelato l’esistenza di una presunta “Loggia Ungheria”, ha svelato in tali verbali i nomi illustri dei presunti aderenti a tale organizzazione segreta, e anche di coloro che da quest’ultima avrebbero tratto favori.

Il giornalista, già Presidente della Commissione di Vigilanza Rai ed europarlamentare Marco Taradash, su Twitter, pubblica uno screenshot tratto dall’articolo pubblicato sul Fatto, e nota un particolare interessante. Mentre gli altri nomi citati nei verbali sono evidenziati in grassetto, ciò non accade nel caso di un altro personaggio piuttosto “di peso“, essendo stato finanche il Presidente del Consiglio in due recentissimi governi. Parliamo di Giuseppe Conte. Piero Amara lo chiama in causa ai tempi in cui era “solo” un avvocato che condivideva lo studio con il Professor Guido Alpa, noto giurista, avvocato e accademico.

Amara dichiara: “Vietti [Michele, ex vicepresidente del Csm, ndr] mi chiese di far guadagnare denaro ad avvocati o professionisti a lui vicini e avvenne in quel periodo anche con l’avvocato Conte, oggi presidente del Consiglio, a cui facemmo conferire un incarico dalla società Acquamarcia S.p.A. di Roma, incarico che fu conferito a lui e al professor Alpa, grazie al mio intervento su Fabrizio Centofanti, che all’epoca era responsabile delle relazioni istituzionali di Acquamarcia”. E ancora: “L’importo che fu corrisposto ad Alpa e Conte, era di 400mila euro a Conte e di 1 milione di euro ad Alpa”.

Scrive Marco Taradash su Twitter: “Ho scorso stasera le pagine del Fatto che riportano i verbali dell’avv. Amara. Troviamo nomi dei presunti aderenti alla Loggia Ungheria, un covo di magistrati avvocati politici e militari, e di chi avrebbero favorito. Moltissimi nomi in grassetto. Uno no. Conte, 400mila euro“.

Ora, Il Fatto ha senz’altro pubblicato la parte dei verbali di Amara inerente a Conte, dichiarazioni tutte ancora da dimostrare, per giunta, ma perché ha pensato di non enfatizzarne il nome in grassetto come ha fatto invece con quelli di Michele Vietti, Giancarlo Elia Valori, Cosimo Ferri o Luca Lotti? Perché evidenziare i nomi di Gianni Tinebra, Enrico Caratozzolo, Antonio Serrao, e non quello dell’ex Presidente del Consiglio e leader del M5s? Se si fosse trattato di altri presidenti come Silvio Berlusconi, Mario Monti o Matteo Renzi, come si sarebbe comportato il giornale diretto da Marco Travaglio?

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