di Marco Zonetti 🖋️
Mentre la Vigilanza Rai si appresta a votare la risoluzione che regolamenta gli opinionisti invitati nei talk show della Tv pubblica, il Presidente della Commissione Alberto Barachini, promotore della suddetta risoluzione, ha sollevato l’argomento durante l’annuale relazione Auditel al Senato.
“Abbiamo compreso in questi due anni quanta cattiva informazione c’e’ stata. Non possiamo pensare che sulla pandemia quanto raccontato sulla Cina sia la realtà. E allo stesso tempo stiamo rischiando di non comprendere ne’ quello che sta avvenendo in Ucraina, né quello che avverrà. Non possiamo avvelenare i pozzi dell’informazione. Non lo possiamo fare nel servizio pubblico“.
E ancora: “Questo è un momento drammatico che cambierà le nostre vite, un momento nel quale vi è una grande richiesta di approfondimento. La riflessione della Vigilanza nasce da un contesto mutato in questi due anni. Le media company si trovano di fronte a una situazione di delicatezza dell’informazione, una situazione nella quale abbiamo assistito a una grande polarizzazione e nel corso della quale si è capito che occorre la mediazione”.
Il Presidente della Commissione di Vigilanza Rai precisa quindi che: “Se un imprenditore privato può polarizzare l’informazione e spingersi ai confini con l’infotainment, il servizio pubblico non può farlo. Questo perché non vi è sempre la possibilità di raccontare nel dettaglio da dove provengano certe riflessioni, perché la tv è veloce”.
A tal punto che – prosegue il Senatore Barachini – la Vigilanza ha ritenuto opportuno “che servisse un contributo, e lo ha chiesto anche l’Ad Carlo Fuortes in un’intervista al Corriere“. Un contributo che la Commissione sta offrendo stilando “cinque piccoli punti” nei quali si richiede “che gli ospiti dei talk siano esperti e competenti nella materia trattata, che non siano sempre gli stessi, che siano chiamati a titolo gratuito, perché chi va gratuitamente ha la libertà di sostenere le proprie posizioni, mentre chi va sotto contratto potrebbe esasperarle per essere richiamato. Poi c’e’ l’esasperazione teatrale. Per troppo tempo i talk sono stati realizzati in una sorta di finto contraddittorio fatto per rialzare gli ascolti. Il servizio pubblico non deve essere schiavo degli ascolti, è sul mercato ma non nel mercato. Gli ascolti devono essere di qualità, anche perché valgono di più“.
Parole condivisibilissime e in linea con le battaglie di VigilanzaTv. Ma prima di esultare, attendiamo che la risoluzione vada in porto, con un certo timore che in ultima analisi eventuali pressioni politiche o degli stessi giornali – i cui direttori e firme principali sono pressoché tutti contrattualizzati nei talk show – finiscano per spingere il Presidente Barachini, da alcuni già accusato di essere un “uomo Mediaset” in quanto Senatore di Forza Italia, a fare un passo indietro.