Rai, Pd: “Governo Meloni ha toccato il fondo. No all’occupazione della Tv pubblica”

Il Governo Meloni vara norma "ad personam" per pensionare Stéphane Lissner al san Carlo di Napoli e sostituirlo con Carlo Fuortes, così da lasciare libera la poltrona a Viale Mazzini per uomini graditi o vicini all'esecutivo. Il Pd non ci sta e promette battaglie.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e l’Ad Rai Carlo Fuortes

di Marco Zonetti

Nel Consiglio dei Ministri odierno, è dunque passato il decreto legge che fissa il limite di età di 70 anni per i sovrintendenti stranieri che lavorano nei nostri teatri. E che cosa c’entra tutto questo con la Rai? Semplice: tale limite di età è utile per poter pensionare l’attuale responsabile del teatro San Carlo di Napoli Stéphane Lissner (che ha compiuto 70 anni nel gennaio di quest’anno), permettendone quindi la sostituzione con Carlo Fuortes, attuale Ad della tv pubblica, che lascerebbe così il posto a Viale Mazzini a personaggi più graditi (e vicini) all’attuale esecutivo.

Se aggiungiamo che la scadenza naturale del mandato di Fuortes, nominato dal Governo Draghi nel luglio 2021, è prevista per l’estate 2024, si comprende ulteriormente la “forzatura” messa in atto per agevolarne l’uscita anticipata dalla Rai. Per tale motivo, il Partito Democratico non ci sta e fa sentire la propria voce attraverso il capogruppo dem in Commissione di Vigilanza Rai Stefano Graziano e il responsabile informazione della segreteria nazionale, Sandro Ruotolo.

”Con la norma ad personam approvata dal consiglio dei ministri per estromettere dal teatro San Carlo di Napoli il sovrintendente Stéphane Lissner per ‘offrire il posto’ all’attuale amministratore delegato della RAI Carlo Fuortes, il governo Meloni ha toccato il fondo. Il Partito Democratico si batterà in Parlamento e nel Paese per difendere l’articolo 21 della Costituzione. È essenziale, e ne va della sua sopravvivenza, che il servizio pubblico garantisca i punti di vista diversi, culturali e politici”.

E ancora: “Ci opporremo come Partito Democratico, con tutte le nostre forze, all’occupazione della Rai e al giro di nomine che si preannunciano con organigrammi già confezionati dalla maggioranza parlamentare. La Rai è un’azienda pubblica patrimonio di tutti gli Italiani ha un Cda in carica e pienamente operativo. Quello della destra è il tentativo di un colpo di mano sulla libertà e l’autonomia della più grande azienda culturale del Paese”.

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