di Marco Zonetti
La puntata di Report condotto da Sigfrido Ranucci su Rai3, andata in onda ieri sera 19 giugno 2013 con ottimi ascolti e incentrata perlopiù sulla società Visibilia e sul ministro del Turismo Daniela Santanché (qui il link al quale rivedere il servizio), ha suscitato la reazione di esponenti del Movimento Cinque Stelle, del Pd, del segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e di Angelo Bonelli dei Verdi.
“Basiti da quello che abbiamo visto” dichiara l’On. Fratoianni. “In un altro Paese la ministra si sarebbe già dimessa. La presidente Meloni non si volti dall’altra parte e abbia il coraggio di pretendere dalla Santanchè verità e chiarezza”.
E ancora: “In qualunque Paese dell’Unione Europea, o in Gran Bretagna o negli Stati Uniti, se una trasmissione tv facesse un’inchiesta così approfondita e documentata come ha fatto Report sulle spregiudicate operazioni finanziarie della ministra Santanchè con le sue aziende, quella ministra verrebbe allontanata dopo poche ore. In democrazia chi ha un ruolo istituzionale ha il dovere di rendere conto all’opinione pubblica e al sistema dell’informazione di tutto ciò che fa e di cui è responsabile. Quello che abbiamo visto su Rai3 ci ha lasciato basiti. Ci auguriamo che la presidente Meloni non si volti dall’altra parte e abbia il coraggio di chiedere chiarezza e coerenza dalla sua ministra e la allontani dal ruolo istituzionale che ricopre attualmente“.
L’Onorevole Angelo Bonelli dei Verdi rincara: “Ieri Report ha trasmesso un’inchiesta con uno sconcertante servizio, nel quale si spiega come nelle società della ministra Santanché, Ki Group e Visibilia, i dipendenti abbiano lavorato a tempo pieno anche se in cassa integrazione a zero ore, e che dopo essere stati licenziati le società non abbiano pagato i TFR a lavoratori e lavoratrici. Normalmente, come un orologio svizzero, Gasparri o qualche altro parlamentare della destra sarebbero intervenuti per attaccare la trasmissione. Ma questa volta nessuno interviene. Questo silenzio è imbarazzante e chiedo alla presidente Meloni: una ministra che non paga i lavoratori della sua azienda può stare al governo del Paese?“.
“Con un Paese fermo e milioni di CIG da pagare” scrive invece su Twitter la vicepresidente del Mo5s Alessandra Todde, “@DSantanche si lamentava a reti unificate dei ritardi. Grazie a @reportrai3 scopriamo che se ne approfittava da “imprenditrice”. Oggi è Ministro, con un “leggerissimo” conflitto d’interessi. Venga a riferire subito in Parlamento”.
Le vicende imprenditoriali del ministro del Turismo Daniela Santanchè, oggetto di Report sono state altresì portate all’attenzione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, attraverso una interrogazione urgente del deputato Pd Toni Ricciardi.
Nel testo dell’On. Ricciardi leggiamo: “Dalla ricostruzione di tutti i passaggi della partecipazione nell’ambito del colosso biologico Kl Group, dall’acquisizione fino al fallimento, è emersa una gestione alquanto spregiudicata anche nei confronti di soggetti terzi come i fornitori, alcuni dei quali poi acquisiti proprio sulla base delle forniture non pagate da parte di Ki Group, successivamente diventata Verde Bio”.
Ricciardi ricorda inoltre alla presidente del Consiglio che “la partecipazione di Santanchè era svolta assieme al suo ex compagno del tempo Canio Mazzaro e che nel corso del servizio sono stati intervistati alcuni dipendenti che ancora non hanno ricevuto il tfr a seguito del fallimento del gruppo e del loro licenziamento”. “Successivamente, – scrive sempre Ricciardi – il servizio di Report dedica invece la sua attenzione alle vicende del gruppo editoriale Visibilia, di proprietà della Santanché e del suo attuale compagno, Dimitri Kuntz, accendendo in particolare i riflettori su una operazione finanziaria che vede coinvolto un fondo denominato Negma che ha sede a Dubai e registrato presso le isole Vergini con un prestito pari a 3 milioni di euro e con una serie di operazioni speculative attenzionate anche dall’autorità giudiziaria”.
Ricciardi, rammenta infine alla presidente Meloni che “Visibilia, in qualità di concessionaria, ha anche venduto spazi pubblicitari per circa 120mila euro a Media Italia, società del Gruppo Armando Testa, l’azienda che si è aggiudicata la campagna di promozione del Ministero del Turismo “Open to meraviglia” e che “il servizio giornalistico ha evidenziato una modalità imprenditoriale adottata dalla senatrice Santanché abbastanza spregiudicato”. Il Parlamentare del Pd ha chiesto alla Meloni se “risulti essere a conoscenza dei contenuti riportati da Report e quali iniziative, per quanto di sua competenza, intenda attivare per le necessarie verifiche”.
In una nota i senatori M5s in comm. Industria, Turismo e Agricoltura Sabrina Licheri, Gisella Naturale e Luigi Nave dichiarano: “L’inchiesta mandata in onda ieri da Report sull’attività di imprenditrice della ministra Santanché getta un alone di discredito sulle nostre istituzioni, alla luce del ruolo di ministro che l’esponente di Fratelli d’Italia ricopre oggi. Nel 2020, con un Paese fermo per il Covid-19 e milioni di cassa integrazione in deroga da pagare, dai salotti televisivi la Santanché tuonava contro il governo Conte per i ritardi”.
E ancora: “Da Report però scopriamo che in realtà le sue aziende approfittavano di quella circostanza, visto che i dipendenti venivano messi in cassa integrazione a zero ore senza essere avvertiti, continuando dunque a lavorare. Un quadro desolante: riteniamo opportuno che la ministra faccia piena chiarezza su quanto mostrato dal reportage, anche perché nel suo caso il confine che sfocia in conflitto di interesse è davvero labile. E’ surreale che il governo che a parole dice di avere a cuore il “made in Italy”, abbia tra le sue file un imprenditore le cui aziende – come mostrato nel servizio – non hanno pagato per anni altre imprese fornitrici, fino a strozzarle. Senza considerare i pessimi trattamenti ai propri dipendenti, con licenziamenti in tronco e liquidazioni non corrisposte. Se Report ha raccontato cose non vere la Santanché ha il diritto e il dovere di chiarire in Parlamento“.