di Antonio Facchin
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È volto e anima dal 2019 di O anche no, programma di punta della Rai per il sociale, in prima serata venerdì 1° dicembre su Rai3 in versione speciale, altrimenti ogni domenica alle 10.20 (in replica il lunedì all’1.15 quindi in streaming su RaiPlay dove è possibile ritrovare tutte le stagioni). A ridosso della giornata internazionale dedicata alle persone diversamente abili, uno special sugli effetti devastanti della guerra con Andrij Ševčenko, impegnato in prima linea per la pace da consigliere indipendente del Presidente Volodymyr Zelens’kyj. E – in esclusiva europea – Ron Kovic: lo scrittore, attivista, ed ex marine nella guerra in Vietnam alla cui vicenda personale si ispira il film Nato il quattro luglio.
Ed è proprio l’attivismo per i diritti umani ciò che informa da anni l’attività di giornalista, scrittrice, editrice e di produttrice televisiva di Paola Severini Melograni: una delle massime esperte di comunicazione sociale e terzo settore in Italia. Ma anche trade union tra mondo politico e terzo settore dal 2000 con Angelipress, agenzia stampa per la quale è stata insignita della Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica. Che, come la giornalista ha raccontato recentemente a Stefano Lorenzetto del Corriere della Sera, “da 23 anni fornisce a Camera e Senato notizie su 68 categorie di svantaggiati”.
O anche no
Nato da un’idea di Carlo Freccero, O anche no è un format di Paola Severini Melograni, scritto in collaborazione con Eugenio Giannetta e Valeria Zanatta, con la regia di Gabriele Mammarella e la partecipazione di Stefano Disegni; realizzato in collaborazione con Rai per la Sostenibilità e Rai Pubblica Utilità. Non solo un infotainment talk su inclusione, solidarietà e terzo settore raccontato da chi vi opera, ma un programma che parla di storie, attese, difficoltà, conquiste e sogni di chi è disabile, dando voce agli stessi protagonisti. Che O anche no porta così ogni settimana all’attenzione del grande pubblico affrontando la diversità – fino all’autismo – con sensibilità e “leggerezza”; trattando tematiche sociali per l’integrazione, ironizzando su alcuni luoghi comuni al ritmo delle parentesi musicali dei Ladri di carrozzelle, senza l’ipocrisia del politically correct a tutti i costi. Con una grafica accattivante, un’evidente cura per i dettagli, e con profonda competenza ed empatia che ne diventa cifra stilistica. Il programma è peraltro tradotto in lingua dei segni (Lis) perché fra i suoi obiettivi c’è anche quello dell’inclusione culturale. E offre delle godibili occasioni per essere informati sulle attività del terzo settore nel nostro paese.
Il terzo settore
Il terzo settore è costituito dall’insieme delle organizzazioni no-profit che si occupano di attività di interesse generale come la tutela dei diritti umani, l’assistenza sociale, la protezione dell’ambiente e la promozione della cultura. Finanziate principalmente da donazioni private o pubbliche, queste organizzazioni sono il prezioso baluardo anche del volontariato in tutti i paesi del mondo in cui operano. Solo in Italia il terzo settore vale il 2,7% del Pil e impiega circa 3,5 milioni di persone (secondo una stima del 2019), nonostante goda di alterna considerazione da parte dei governi. Dal 2016 rispetta il Codice del Terzo Settore introdotto da una riforma che ha anche istituito gli Enti del Terzo Settore (ETS): delle organizzazioni – commerciali e non – che si caratterizzano esclusivamente o principalmente col loro svolgere attività di interesse generale, senza scopo di lucro.
Paola Severini Melograni, instancabile attivista sociale
Moglie giovanissima di Antonio Guidi, allora studente di medicina colpito da tetraplegia spastica per asfissia da parto prolungato – poi neurologo, senatore, ministro e più volte sottosegretario – Paola Severini Melograni si divise fra l’attività di madre (di tre figli) e gli studi di sociologia che concluse a pieni voti. Prima di diventare editorialista per QN, il Messaggero, Avvenire, il Corriere della Sera, Huffington Post e il Sole 24 Ore ha condotto diversi programmi radiofonici per GR Parlamento. Dal 1981 al 1983 ha scritto e condotto per RadioRai1 Punto d’incontro, un programma su disabilità, legalità e comunicazione; uno dei primi esempi di trasmissione radio al servizio del superamento delle disabilità, e uno dei modelli per la furura Rai per il sociale. Un programma per il quale la giornalista ha ricevuto il premio Microfono d’argento. Ha poi fondato nel 1990 Paneuropa, agenzia di comunicazione sociale e, nello stesso anno, è stata insignita del Premio Marisa Bellisario, prestigioso riconoscimento per l’imprenditoria femminile d’eccellenza. Nel 1994 è stata consulente della Presidenza Rai per la costruzione del Segretariato Sociale della televisione pubblica poi denominato Responsabilità Sociale.
Nel 2003 il Presidente Carlo Azeglio Ciampi le consegna il Premio Saint Vincent di Giornalismo per la direzione di angelionlus.net e angelipress.com, organi digitali d’informazione sul sociale. Fra i libri pubblicati da Paola Severini Melograni spiccano Manuale dei diritti fondamentali e desiderabili (2001, Mondadori) che ha inspirato Diritti desiderabili, rubrica settimanale che la giornalista ha curato per Sette, il magazine del Corriere della Sera. E Le mogli della Repubblica (La storia d’Italia vista dagli occhi delle donne, pubblicato da Marsilio nel 2008) che raccoglie le confessioni di Livia Andreotti, Linda D’Alema, Anna Maria De Mita, Maria Pia Fanfani, Eugenia Goria, Clio Napolitano, Carla Pertini, Flavia Prodi, Giulia Violante, Lella Bertinotti e Luisa Marini.
Dal 2001 al 2004, consulente dell’allora ministro dei Beni Culturali, ha realizzato il progetto Musei aperti per tutti, per poi tornare a collaborare coll’ormai MIBACT dal 2012 al 2013 in qualità di Consigliere nell’assistenza alla Direzione Generale per potenziare l’accessibilità, la fruibilità e la valorizzazione dell’intero patrimonio culturale statale. Dal 2003 al 2008 è stata consulente dell’Agenzia Nazionale per le Onlus, organismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dal 2020 è infine consulente della Lega serie A di calcio sulle politiche contro il razzismo, per l’inclusione.
Una spiccata passione per musica, cinema, poesia (e angeli)
Ma non tutti sanno che Paola Severini Melograni è stata anche l’artefice di più di un successo sanremese: primo fra tutti l’esibizione del Maestro Ezio Bosso, sul palco dell’Ariston nel 2016, in un’edizione che riscosse il 10% in più di share negli ascolti, emozionando e dimostrando come anche attraverso i temi sociali si possa conquistare il pubblico; per bissare il successo l’anno successivo con i Ladri di carrozzelle, presenza costante in O anche no con un loro repertorio originale.
Ma la passione della giornalista per la musica contempla anche Arturo Toscanini, uno dei migliori interpreti di Verdi, Beethoven e Wagner, grazie anche all’amore che l’ha legata dal 2007 al 2012 allo storico, politico e musicologo Piero Melograni che a Toscanini dedicò uno dei suoi numerosi saggi. Così dal 2008 Paola Severini Melograni è anche Segretario Generale del Comitato Internazionale Viva Toscanini, per la promozione e diffusione della Cultura Italiana nel mondo e del suo rapporto con il sociale. Impegno che le ha anche consentito di portare l’opera lirica per la prima volta in diretta – in contemporanea nei cinema italiani – con la regia di Franco Zeffirelli e la direzione musicale di Gianluigi Gelmetti de La Traviata al Teatro Costanzi di Roma nel 2007; una formula poi adottata dalla Rai.
Ma prima della sua passione per la musica c’erano (almeno dal punto di vista cronologico) quella per la poesia e per il cinema e che la portò a fondare (a Pesaro nel 1984) Oltre la Norma, il primo Festival Internazionale Cinematografico sulla disabilità fisica, psichica, sensoriale e ambientale. Festival che ebbe due edizioni: la prima presieduta da Cesare Zavattini, la seconda, sette anni dopo a Firenze, con la presidenza di Sergio Zavoli. Ha nel frattempo portato all’attenzione mediatica la locked-in syndrome, una gravissima malattia rara. Ben prima che Julian Schnabel avesse realizzato nel 2008 Lo scafandro e la farfalla: un film sulla condizione dei malati che vivono nell’impossibilità di comunicare. Quanto alla poesia, ha ideato e condotto nel 1995 il primo programma televisivo sulla poesia contemporanea dal titolo Un popolo di poeti, in onda su Rai3 e in replica per due decenni, con interviste a Umberto Piersanti, Attilio Bertolucci, Alda Merini, Dario Bellezza, Amelia Rosselli e Valerio Magrelli.
Coltivando nel contempo una convinta passione per gli angeli che Paola Severini Melograni condivide con i più grandi artisti di tutti i tempi.