di Antonio Facchin
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Seggi elettorali militarmente presidiati con un voto espresso a scheda aperta, depositata in urne trasparenti. Come quelle mobili con cui numerosi funzionari sono stati costretti a raggiungere i votanti lontani da un seggio perché questo plebiscito bandiva l’astensionismo. Nel nostro excursus sulle modalità di elezione all’estero non poteva mancare la Russia dove tutto sembra improntato alla trasparenza. Ma certa trasparenza annulla la segretezza del voto e, di conseguenza, la sua validità. In un’elezione nel paese più esteso al mondo in cui, tuttavia, il risultato (scontato) dello spoglio delle schede sarà noto a un’ora dalla chiusura dei seggi.
Voto di protesta nonostante l’assoluto divieto
In molti hanno accolto l’appello di Julia Navalnaya: quello di recarsi alle urne alle ore 12 della domenica per formare lunghe e vistose file ai seggi – invalidando naturalmente la scheda – nonostante ogni forma di protesta fosse proibita. La stessa vedova di Aleksej Navalny si è recata a votare presso il seggio dell’ambasciata russa a Berlino, con un mazzo di fiori, all’ora stabilita. Ricevendo manifestazioni di solidarietà e affetto.