Fedez in politica? C’è già dal 2014 quando appoggiò il M5s

Fedez elezioni 2023
Fedez

di Marco Zonetti

La notizia secondo la quale Fedez ha depositato un dominio sul web che rimanda alle elezioni del 2023 ha fatto scatenare giornali e Tv che gridano alla “discesa in campo” del rapper nell’agone politico. A parte che, secondo noi, sarà una trovata pubblicitaria per promuovere un prossimo progetto discografico, ma – ammesso e non concesso che sia vero – tutti sembrano dimenticare che il cantante fa già politica fin dal 2014, quando scrisse nientemeno che l’inno del Movimento Cinque Stelle in occasione del raduno nazionale pentastellato tenutosi quell’anno al Circo Massimo.

Presentando l’album Pop-hoolista nel quale era contenuto per l’appunto il brano e manifesto grillino Non son partito, il cantante sostenne in quel periodo di fronte alla stampa che: “Nella non scelta della politica italiana, la scelta migliore è il M5S ma non vuol dire che credo ai complotti delle scie chimiche o del controllo mentale come alcuni sostenitori“.

All’epoca, a Palazzo Chigi sedeva Matteo Renzi, reduce dal 40% alle Elezioni Europee, e il nemico pubblico numero uno del M5s, nonché di Fedez, era proprio lui. “Non mi fido di un presidente del Consiglio che sale a Palazzo Chigi non eletto dopo aver promesso di non volerlo fare, che è sostenuto dalle banche, che in un’intervista di molti anni fa disse che i termovalorizzatori facevano bene alla salute”. Insomma, sembrava di sentir parlare Alessandro Di Battista.

Nel suo inno, Fedez accennava alla trattativa Stato-Mafia, chiamava in causa l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – altro nemico del M5s all’epoca – e faceva suo l’orgoglioso leitmotiv grillino secondo il quale il Movimento non era un partito. Un manifesto invecchiato malissimo, quello di Fedez, visto che sette anni dopo il Movimento Cinque Stelle è di fatto un partito a tutti gli effetti, che in tre anni ha già governato a fianco di quasi tutte le forze politiche dell’arco costituzionale, ed è attualmente – di fatto – nell’esecutivo con l’odiato Matteo Renzi (che Fedez continua a detestare).

Per quanto riguarda Fedez, in questi anni lui accanto alla sua dolce metà Chiara Ferragni, come lui influencer multimilionara sia per denari sia per follower, non si sarà mai candidato alle elezioni, ma senz’altro si è schierato più volte politicamente, varie volte contro le scelte di Matteo Salvini quando questi era al Governo, contro Giorgia Meloni, e poi contro il solito Renzi reo di aver ostacolato il Ddl Zan, riguardo al quale il rapper scatenò un putiferio al Concerto del Primo Maggio mettendo a ferro e fuoco la Rai, che annunciò querela contro di lui salvo poi non presentarla coprendosi di ridicolo e trascinando ingiustamente con sé anche la Commissione di Vigilanza.

Quindi non si comprende la sorpresa generale: Fedez fa politica da sette anni. E la sua potenza mediatica la si tocca con mano nel momento in cui, al solo annuncio del deposito di un dominio che rimandi alle elezioni, egli finisce immediatamente su tutti i giornali e nei servizi dei notiziari. E già la satira lo dipinge tutto tatuato che giura al Quirinale accettando il mandato di Presidente del Consiglio. Ma se tutti hanno paura di un futuro con il rapper a Palazzo Chigi, l’unico a ridimensionare l’eventualità è Antonio Ricci, guru di Striscia la Notizia, che qualche tempo fa ha dichiarato. “Tra dieci anni immagino Chiara Ferragni senza Fedez. Lei una signorina borghese bien élevéelui tamarrissimo: un maschio alfetta. Lei lo farà fuori versandogli una pozione nella Coca Cola e farà in modo che la colpa ricada su J-Ax”. Forse, ci ammonisce Ricci, più che Fedez, il rischio è più quello di trovarci al Governo la Ferragni, insomma.

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