Nell’informazione gli italiani preferiscono Sky alla Rai. Anzaldi: “Bisogna abolire o ridurre il canone”

Anzaldi Rai
Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai

Il Digital News Report 2021 dell’Istituto Reuters condotto in 46 paesi incorona l’Ansa come marchio d’informazione italiano più affidabile, collocandolo in cima alla classifica e decretandogli la fiducia dell’82% degli italiani (in crescita rispetto al 2020). Per quanto riguarda l’informazione online trionfa invece TGCom24 che fa capo a Mediaset, e SkyTg24 è secondo sia per affidabilità di marchio sia per quanto riguarda la popolarità in rete.

Infografica tratta dal Digital News Report 2021 di Reuters

E la Rai pagata dal canone degli italiani? Per trovare il Servizio Pubblico nella classifica dei marchi d’informazione più affidabili secondo gli italiani dobbiamo scendere al settimo posto in entrambe le classifiche. Abbiamo chiesto un parere al Segretario della Commissione di Vigilanza Michele Anzaldi che, a VigilanzaTv, ha risposto così: “Il problema dell’informazione pubblica è testimoniata dal caso emblematico di Pif. Che con il suo programma Il testimone esordirà per la sua nona stagione inaugurando il canale Sky Documentaries con uno speciale su Giulio Regeni. Pif è un regista pluripremiato e un personaggio amatissimo dai giovani, che la Rai dovrebbe mettere immediatamente sotto contratto, e invece se lo fa scippare da Sky, così come lascia alle reti commerciali tanti giornalisti validi e capaci, il più delle volte nati e cresciuti professionalmente proprio alla Rai”.

E ancora: “Già ho commentato sul fatto che i dirigenti, nello scegliere programmi, conduttori e giornalisti, sembrano spesso giocare come con le figurine, dando soddisfazione di volta in volta a questo o quel politico, a questo o quell’agente, tanto pagano gli italiani. Ovvio che poi questi ultimi disertino in massa la Rai, se il servizio pubblico lo fanno le reti commerciali. Ma oltre a pagare il canone, a quel punto, sono costretti anche a pagare l’abbonamento a Sky: oltre il danno la beffa, insomma.”

Qual è allora la soluzione? chiediamo all’On. Anzaldi, che ci risponde così: “Attraverso il canone, la Rai i soldi li riceve sempre e comunque. Bisogna quindi iniziare a negarglieli nel caso in cui non adempia al contratto di servizio per il quale i cittadini la sovvenzionano. Cominciando così a sostenere invece quegli attori sul mercato che svolgano realmente il ruolo di Servizio Pubblico e non automaticamente destinare fondi a Viale Mazzini. Forse, a quel punto, la Rai inizierebbe a investire sulla qualità del prodotto e del servizio, anziché favorire gli interessi dei politici o degli agenti di riferimento”.

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