Rai, Anzaldi: “5 presunti casi di molestie sessuali. Viale Mazzini sta indagando?”

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La giornalista Rai Cinzia Fiorato

di Marco Zonetti 🖋️

Di oggi la notizia diffusa dall’Adnkronos secondo la quale la Rai ha avviato un’istruttoria relativa alla lettera con dossier del/la giornalista che ha scelto di restare anonimo/a per segnalare presunte avances da parte del conduttore di Report Sigfrido Ranucci nei confronti delle colleghe e servizi montati per sostenere determinate tesi.

Di qualche giorno fa, un accorato post pubblicato su Facebook dalla giornalista Rai Cinzia Fioratorilanciato da Dagospia – la quale, prendendo spunto dal caso di Greta Beccaglia, ha denunciato di aver “incontrato molti colleghi che hanno cercato di [ricattarla] sessualmente”. Aggiungendo di aver subìto “diverse ‘pacche’ non gradite, commenti volgari, parole sussurrate, avvicinamenti arbitrari, sguardi invasivi e invadenti”. Non solo dai colleghi e nemmeno solo dai superiori, confida Cinzia Fiorato, ma anche da “molti tecnici, molti impiegati, molti operai che si sono permessi cose che non si dovevano permettere, gravi e meno gravi”.

Assieme a Cinzia Fiorato, anche la collega Barbara Carfagna su Twitter ha denunciato: “Ci siamo difese da direttori che ci sbattevano al muro, in uffici chiusi. Quella di oggi mi sembra  una situazione più semplice e una battaglia che si vincerà anche grazie al consenso sociale. La solidarietà andrebbe più al passato che alle future generazioni”.

Ma non è finita qui. A tal proposito commenta il Segretario della Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv), che in un’intervista rilasciata a Globalist, invita la Commissione ad “approfondire il proliferare di notizie su presunti abusi sessuali e sessismo in Rai e sulle mancate risposte pubbliche dell’azienda“. L’On. Anzaldi ricorda quindi che: “Solo nell’ultima settimana contiamo ben 5 denunce o presunti dossier apparsi sulla stampa: su queste vicende come può la principale azienda di comunicazione del Paese non comunicare nulla? Possibile la Rai accetti di essere associata a episodi del genere senza dire cosa sta facendo? L’Audit sta indagando? Qualcuno sa che a capo dell’Internal Auditing di Viale Mazzini c’è una donna, Delia Gandini, con un profilo professionale esterno e una grande esperienza proprio in amministrazione e controllo?”.

Se per quanto riguarda il caso di Report, “con il dossier su presunti abusi e mobbing di Sigfrido Ranucci, sul quale già da quattro mesi lo stesso conduttore ha presentato una denuncia in Procura”, la Rai come detto sopra ha avviato un’istruttoria, ne restano ancora quattro. Ovvero il caso che riguarda l’ex vicedirettore di Raisport Enrico Varriale, oggetto di un’indagine giudiziaria, finito in prima pagina su Repubblica con un’intervista al diretto interessato”.

E ancora: “Quindi poi ci sono state le denunce sui social di due giornaliste del Tg1, Cinzia Fiorato, che ha parlato di molestie, discriminazioni e sessismo, e Barbara Carfagna, che ha parlato di ‘direttori che ci sbattevano al muro’. Poi Striscia la Notizia proprio in questi giorni, a proposito del caso di Greta Beccaglia, ha ricordato alcuni episodi del passato riguardanti il direttore di Rai3 Franco Di Mare su impropri allungamenti di mani in studio, notizia rilanciata proprio oggi da Dagospia“.

Michele Anzaldi prosegue: “Ecco di fronte a tutti questi episodi finiti all’attenzione della pubblica opinione, come fa la Rai a non fare e dire nulla? Se aprire o meno le indagini lo deciderà l’azienda, seguendo le procedure previste, a tutela delle persone coinvolte, della dignità delle donne e del buon nome della Rai. Mi chiedo, però, perché un’azienda con duemila giornalisti, vari dirigenti preposti alla comunicazione e all’ufficio stampa, un’ampia compagine di comunicatori assunti anche dall’esterno, su queste vicende non comunichi nulla ai cittadini che pagano il canone. Se l’Audit ha già avviato verifiche in alcune di queste questioni, perché non lo dicono? Sarebbe innanzitutto un segnale e un aiuto concreto per le donne, che così saprebbero che il clima in Rai è cambiato e che ogni denuncia ora ha un seguito. E sarebbe una tutela per l’azienda, il cui nome viene associato a vicende così gravi”.

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