Rai, Anzaldi: “Altro che M5s escluso! Confermati nomi del governo giallo-verde”

Nomine Rai Salini Conte Foa  Anzaldi
Marcello Foa, Fabrizio Salini, Giuseppe Conte

di Marco Zonetti

Mentre il leader del M5s Giuseppe Conte piange a destra e a manca per essere stato escluso dalla spartizione delle poltrone Rai, impedendo agli esponenti grillini di andare nelle trasmissioni del Servizio Pubblico (e incassando le critiche anche dei suoi, come Vincenzo Spadafora), ecco che il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv) in un intervento su Formiche.net ristabilisce la verità dei fatti.

“L’iniziativa annunciata di una riforma della Rai, dopo averla occupata e lottizzata selvaggiamente per tre anni da Palazzo Chigi, è una presa in giro” commenta il Deputato. “Le nomine dei nuovi direttori dei telegiornali Rai non sono state la rivoluzione che ci si sarebbe attesi dal vertice scelto da un presidente del Consiglio innovatore e rispettoso delle regole istituzionali come Mario Draghi“.

E ancora: “Non c’è stata alcuna novità né nel metodo, visto che siamo di fronte all’ennesima lottizzazione dei partiti, né nel merito, perché senza nulla togliere alla professionalità di alcuni dei nomi scelti parliamo comunque sempre degli stessi giornalisti che da anni passano da una casella all’altra, in gran parte promossi a direttore in epoca gialloverde“.

E l’On. Anzaldi precisa: “Oggi ci troviamo ancora, caso unico al mondo, con 8 testate giornalistiche in Rai, i cui direttori sono stati nominati in gran parte proprio dalla Rai gialloverde e confermati dalla Rai di Draghi. Sangiuliano (Tg2), Sala (oggi al Tg3 ma proveniente dalla direzione del Gr), Casarin (Tgr), Preziosi (Rai Parlamento) sono stati promossi a direttori dalla Rai di Salini-Foa e oggi sono ai loro posti. Altro che estromissione del Movimento 5 stelle dalla lottizzazione“.

Nella sua disamina, inoltre, il Segretario della Vigilanza Anzaldi critica anche i Consiglieri di Amministrazione Rai, “in particolare quelli nominati dal Parlamento”, che “si sono rivelati totalmente ininfluenti, non hanno toccato palla. Non a caso Italia Viva era stato l’unico partito ad astenersi sulle votazioni in Aula: avvertimmo che i nomi proposti erano totalmente inadeguati. Basta vedere il consigliere scelto da M5s, l’avvocato Di Majo, che era stato bocciato in prima battuta dagli stessi grillini ma è stato imposto da Conte: in queste settimane nessuno l’hai mai sentito, non ha fatto alcuna dichiarazione pubblica, salvo uscire allo scoperto solo ora”.

Per giunta, in tre anni i 5 Stelle avrebbero avuto “tutto il tempo di riformare l’azienda, introdurre il modello Bbc con la fondazione indipendente come avevo chiesto inascoltato (c’è il Ddl che ho depositato alla Camera il primo giorno utile a inizio legislatura nel 2018), ma ai 5 stelle in questi anni interessava solo decidere nomine, scalette, inquadrature“.

Per non parlare del fatto che in Rai, nei tre anni di gestione M5s-Lega con l’Ad pentastellato Fabrizio Salini e il Presidente lrghista Marcello Foa: “Nessun seguito è stato dato dai vertici gialloverdi e dall’amministratore delegato Salini, dominato da Conte e i 5 stelle, sulla Newsroom unica, sulla risoluzione contro i conflitti di interessi di agenti e conduttori, sull’accorpamento delle testate previsto dalla Concessione e dal Contratto di Servizio, proposte approvate in Vigilanza anche grazie all’ottimo lavoro dello stesso Fico da presidente della commissione. Tutto dimenticato in ossequio alla spartizione gialloverde“.

La protesta di Giuseppe Conte appare dunque a Michele Anzaldi come “fuori tempo massimo”.

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