Rai, Anzaldi: “Flop scelte Lega-M5s. Ora per i Tg direttori esterni stile Draghi”

direttori Tg Rai Carlo Fuortes Marinella Soldi nominati da Mario Draghi
Carlo Fuortes, Mario Draghi, Marinella Soldi

di Marco Zonetti

In un intervento sul quotidiano Il Riformista, Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, redige una sorta di vademecum per l’Ad Carlo Fuortes in vista della scelta delle nuove direzioni dei telegiornali Rai. Cariche in scadenza per quanto riguarda il Tg1 (ora presieduto da Giuseppe Carboni in quota M5s), il Tg2 (Gennaro Sangiuliano quota Lega-Centrodestra), RaiSport (Auro Bulbarelli quota Lega), la Tgr (Alessandro Casarin quota Lega).

“Finora l’amministratore delegato Fuortes, nominato dal Governo Draghi” scrive l’On. Anzaldi, “non è sembrato minimamente interessato a dare all’informazione quella svolta attesa da tempo. L’occasione, però, arriverà presto: la nomina dei nuovi direttori dei telegiornali. Su questo è urgente che la nuova Rai nata da un governo di larghe intese assicuri tre direttori dei tg di vera garanzia“.

E precisa: “Direttori di provata professionalità, magari a fine carriera, non compromessi con le dinamiche interne all’azienda e che davvero non debbano rispondere a nessuno. Insomma, così come a Palazzo Chigi c’è una personalità di garanzia quale è Draghi, così alla guida dei tg servirebbero direttori ‘notai’, che sappiano traghettare l’informazione pubblica in questa delicata fase che sarà segnata dall’elezione del nuovo presidente della Repubblica e poi dalle elezioni”.

Quindi il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai passa a esaminare le scelte degli ex vertici nominati da Lega e M5s nel 2018. “Puntare su direttori interni” si è rivelato “fallimentare” per l’On. Anzaldi, visto che i profili scelti “sono stati responsabili di multe dell’Agcom, continue violazioni di pluralismo e deontologia, errori e buchi giornalistici. Per questo il nuovo Cda guidato da Marinella Soldi dovrebbe valutare con attenzione la necessità di guardare a professionisti esterni”.

Rivolgendosi al Direttore del Riformista Piero Sansonetti, Michele Anzaldi “non può che concordare con il suo editoriale di ieri: non si vedono giornalisti della caratura di Sergio Zavoli, Andrea Barbato e Giovanni Minoli nel servizio pubblico di oggi, né si vede più il rispetto della professionalità giornalistica che ha sempre caratterizzato la tv pubblica nella sua storia”.

Il Governo Draghi sta portando avanti – commenta ancora il Segretario della Vigilanza – importanti riforme in campo economico, della concorrenza, della giustizia, delle infrastrutture: sarebbe davvero inspiegabile se invece su un ambito di fondamentale importanza per la democrazia come il servizio pubblico radiotelevisivo decidesse di non fare nulla, lasciando spazio solo a privilegi, sprechi, indebite rendite di potere e dannose commistioni con la politica”.

E conclude: “Intervenire sul rinnovamento dell’informazione Rai è doveroso non soltanto a tutela dei cittadini che pagano il canone, ma anche per rispetto alle migliaia di giornalisti e dipendenti Rai che meritano di vedere le proprie testate giornalistiche tornare a primeggiare nel panorama editoriale italiano, invece di arrivare sulle notizie dopo i quotidiani e la tv commerciale”.

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