Rai, Anzaldi: “Ottimista che i nuovi vertici scelti da Draghi possano rimettere la Rai sui binari”

Marinella Soldi Carlo Fuortes Rai
La Presidente Rai Marinella Soldi e l’Ad Carlo Fuortes

Intervistato da Radio Radicale, il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Italia Viva) commenta la recente audizione della Presidente Marinella Soldi e dell’Amministratore Delegato Carlo Fuortes, i due nuovi vertici della Tv di Stato scelti dal Presidente del Consiglio Mario Draghi in concerto con il Ministro dell’Economia Daniele Franco.

L’On. Anzaldi che si è distinto per una battaglia serrata negli scorsi tre anni alla nomina di Marcello Foa alla presidenza, nomina che il Deputato ha sempre ritenuto illegittima poiché priva del requisito di irriconoscibilità delle schede di votazione, chiedendo anche l’accesso agli atti (mai concessogli), si è detto “ottimista che i nuovi Presidente e Ad possano rimettere la Rai sui binari” grazie anche al connubio tra il Governo Draghi e questi due professionisti dall’ottimo curriculum. Se non “una Rai dei migliori”, dunque, il Segretario della Vigilanza si aspetta sicuramente “una Rai migliore”.

L’On. Anzaldi è anche tornato sul caso di Nicola Sinisi, l’ex Direttore Canone Beni Patrimoniali della Rai, che l’azienda ha licenziato dopo la sua audizione in Commissione di Vigilanza nella quale ha dichiarato che la Rai avrebbe detto il falso in una risposta a un’interrogazione della Lega sul presepe laico di Marco Lodola, pagato ma mai esposto al pubblico. “Delle due l’una, o ha mentito Sinisi durante un’audizione in Vigilanza in diretta streaming e quindi di fronte agli italiani, ed è gravissimo; o ha mentito la Rai, ed è altrettanto grave. Di conseguenza, si tratta di una vicenda che non può finire così e che dev’essere approfondita ulteriormente”.

Quanto alla questione della “drastica riduzione della copertura del prossimo viaggio di Papa Francesco in Ungheria e Slovacchia” (come annunciato da Dagospia), l’On. Anzaldi auspica che la notizia sia fondata, poiché “si ricollega alla decisione della legislatura precedente sul piano Newsroom in seguito allo scandalo delle superdelegazioni dai costi mostruosi al seguito delle figure istituzionali”.

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