di Marco Zonetti
A Viale Mazzini è guerra tra dirigenti e giornalisti, e la pietra dello scandalo è Fiorello. Ieri, come rilanciato anche da Dagospia, il CdR del Tg1 si era scagliato duramente contro il ritorno dello showman su Rai1 nello spettacolo Viva Asiago 10! in diretta nella fascia mattutina, e oggi l’AdRai – Associazione Dirigenti della Tv pubblica – si è fatta sentire in una nota che non lascia spazio all’immaginazione.
“Giù le mani da Fiorello!” è l’icastica rivendicazione dell’organo dei dirigenti Rai, che esprime “il più totale sconcerto di fronte alle dichiarazioni del CdR del TG1 che ha comunicato la propria contrarietà al rientro di Fiorello”. AdRai precisa che “Fiorello è un formidabile showman e si può dire che sia un vero e proprio asset aziendale; solo per citare le ultime apparizioni, W Raiplay! del 2019 è stato un riuscitissimo spettacolo multipiattaforma che ha fatto da volano al lancio di Raiplay che anche grazie a quell’operazione oggi è utilizzata da moltissimi spettatori”.
E ancora: “Il progetto di spettacolo su cui si sta lavorando sarebbe una grande operazione sia industriale che di marketing per rafforzare la fascia del mattino e di traino della edizione del Tg1 delle 8. I dirigenti della RAI vogliono una Azienda che sia innovativa, coinvolgente, competitiva, sempre meno ingessata nei processi produttivi, distintiva e riconoscibile nel segno dei valori del Servizio Pubblico. Tutto l’opposto della direzione che il CdR del TG1 vorrebbe imprimere a questo progetto. L’obiettivo comune del management e dei giornalisti deve necessariamente favorire le occasioni di cambiamento e di rinnovamento come questa evitando di portare avanti logiche di mera difesa corporativa”.
AdRai, che evita di infierire sugli ascolti deludenti di Tg1 Mattina, battuto costantemente dal Tg5 e da Mattino Cinque, sottolinea di aver “sempre evitato di esternare polemiche interne. Ma davanti a questa mancanza di visione strategica non è più possibile tacere. I dirigenti hanno la responsabilità di definire le strategie aziendali e di condurle all’obiettivo. La Rai ha bisogno di grandi iniziative editoriali ed industriali per potersi rinnovare ed essere sempre in grado di assolvere alla propria aspirazione di essere la prima azienda culturale ed informativa del Paese. I dirigenti RAI sono pronti a supportare il vertice aziendale in queste sfide. I giornalisti RAI da che parte vogliono stare? Solo remando tutti dalla stessa parte la RAI potrà uscirne vincente“.
Ma a Viale Mazzini le gole profonde sottolineano come la vicenda sia in realtà solo la punta dell’iceberg nel caos dell’azienda superata sempre più spesso da Mediaset negli ascolti, e intenta a riposizionarsi in tutta fretta in chiave “meloniana”, con il sacro terrore del repulisti e la paura che saltino poltrone e cariche. Un clima a dir poco tempestoso, per usare un eufemismo. Altro che caso Fiorello!