Rai, show fotocopia milionari e strapotere delle società esterne. L’interrogazione di Anzaldi

Carlo Conti, Milly Carlucci e Ilary Blasi

Di Marco Zonetti

Nella vexata quaestio dello strapotere delle società di produzione esterne che in Rai fanno da anni il bello e il cattivo tempo, quando invece due legislature hanno votato in Commissione di Vigilanza all’unanimità affinché tale strapotere venisse arginato e regolato una volta per tutte (invano), ecco che s’inseriscono due nuovi elementi dirompenti: la “guerra dei programmi fotocopia” e il monopolio del colosso Banijay-Endemol.

Partiamo dal secondo. Nel novembre 2019, la società di produzione e distribuzione franco-italiana Banijay ha acquistato la società di produzione indipendente Endemol, creando di fatto un polo unitario del “format” televisivo. Una colossale operazione che ha vistoTemptation Island (prodotto da Banijay) convolare a nozze con il Che Tempo che fa di Fabio Fazio (targato Endemol) e L’Isola dei Famosi (Banijay) andare all’altare con I Soliti Ignoti (Endemol) – solo per citare alcune delle produzioni più altisonanti sia Rai sia Mediaset, fra le quali si annoverano anche Il Grande FratelloIl Grande Fratello VipCaduta Libera e così via.

Divenendo attore predominante nel settore della produzione televisiva, Banijay ha finito per detenere così la proprietà di circa duecento società in ventitré diversi Paesi. Una mossa piuttosto audace che, tuttavia, è riuscita a ottenere il via libera dell’Antitrust Europeo l’anno successivo. Uno straordinario colpaccio finanziario dei “grandi fratelli” Bassetti, ovvero Marco – ex guru della Endemol e poi capo supremo di Banijay Group nonché marito di Stefania Craxi – e Paolo – ex Ceo e Presidente della branch italiana di Endemol Shine Group e ora ai vertici di Banijay Italia. Nonché “controllore” delle sue partecipate fra cui Magnolia, che produce fra gli altri Il Collegio per Rai2, L’eredità per Rai1 e così via.

La creazione di un tale colosso mediatico non ha – come ampiamente previsto – tardato a creare scompiglio in Italia, e alla Rai. In questi giorni, infatti, infuria la “guerra dei programmi fotocopia”, tutti facenti capo a Banijay Group ma divisi tra Rai e Mediaset, innescando non pochi problemi e polemiche. In parole semplici, come annunciato da Tv Blog, su Canale5 sta per arrivare, condotto da Ilary BlasiStar in the Star, un format Banijay versione italiana di Big Performance – Wer ist der Star im Star? (in italiano “Chi è la star nella star?”) andato in onda – con risultati non eclatanti – sulla tedesca RTL.

Un programma che molti – anche in Germania – hanno visto come “clone” di The Masked Singer, show della Tv statunitense e tedesca, ispirato al format sudcoreano Bongmyeon ga-wang, un prodotto Endemol (e quindi Banijay) che in Italia è stato importato su Rai1 da Milly Carlucci con il titolo Il cantante mascherato. Ma Star in the Star è anche per certi versi molto simile a un altro programma Endemol (e quindi Banijay), ovvero Tale e quale Show, uno degli storici show di punta di Rai1 condotto da Carlo Conti e adattato dal format spagnolo Tu cara me suena (“Il tuo viso mi è familiare”).

Il fatto che il “clone” Star in the Star in arrivo su Canale5 sia prodotto dallo stesso polo mediatico che realizza anche Il cantante mascherato e Tale e quale show determina una serie di controversie piuttosto delicate, che vanno ben oltre la questione del contenzioso tra Rai e Mediaset, poiché entra in ballo anche la posizione di fatto monopolistica di Banijay, che gli permette di vendere a Canale5 un programma fotocopia di due trasmissioni Rai, con il rischio di indebolire queste ultime, oltre ad affollare ulteriormente il mercato del “vip mascherato” (filone in espansione che denota anche la scarsa creatività e la penuria di idee, ma questa è un’altra storia) a detrimento dell’offerta televisiva.

Qualche anno fa, Ballando con le stelle – con il sostegno legale della BBC, al cui format Strictly Come Dancing (“Vieni tassativamente a ballare”) il programma di Milly Carlucci è ispirato – fece causa a Mediaset, vincendola, per il programma Baila condotto da Barbara D’Urso che ne era un’effettiva fotocopia. Ma in quel caso vi era una non sottilissima differenza: i due show non erano realizzati dallo stesso polo produttivo. Nel caso invece di Star in the StarTale e quale show e Il cantante mascherato, vi è un fil rouge a collegarli complicando non poco la situazione: tutti e tre i programmi coinvolti nella diatriba appartengono al colosso Banijay-Endemol.

In attesa di capire come si evolverà la “guerra dei programmi fotocopia”, l’Onorevole Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, da sempre fra i più strenui oppositori dello strapotere di agenti televisivi e società di produzione esterne nella Tv pubblica, ha così commentato su Facebook la vicenda: “Banijay, azienda di produzione tv che lavora per la Rai con contratti milionari, avrebbe prodotto per Mediaset un programma fotocopia di uno show Rai”. Precisando quindi: “Star in the Star di Canale 5 si configurerebbe come un clone di Tale e Quale show e soprattutto de Il Cantante mascherato, in onda sulla Rai. La Rai ne è a conoscenza? Che provvedimenti sono stati presi per tutelare i prodotti Rai? Possibile che gli accordi con Banijay non prevedano nessuna esclusiva?”.

L’On. Anzaldi ha quindi annunciato da parte sua “un’interrogazione in commissione di Vigilanza”, definendo “evidente che le società esterne di produzione e gli agenti dei conduttori continuano ad essere un problema irrisolto nel servizio pubblico“. E chiamando in causa l’Amministratore Delegato Rai Carlo Fuortes affinché se ne occupi, dal momento che “con i soldi pubblici si regalano indebiti privilegi ad alcuni, a danno dell’azienda.”

Perché è questo il problema di fondo: benché la vicenda sembri a prima vista frivola in quanto coinvolge trasmissioni che sfociano perlopiù nella carnevalata televisiva, dobbiamo ricordare che nel caso esse siano trasmesse dalla Rai (con costi non irrisori), sono pagate dal canone e quindi dai contribuenti. Che ora, come se non bastasse, oltre al danno economico sono costretti a sorbirsi pure la beffa delle fotocopie.

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