di Marco Zonetti
L’inizio della nuova stagione televisiva vede delinearsi una significativa vittoria del conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, e del Movimento Cinque Stelle sul fronte Rai. La valorizzazione e la tutela del giornalismo d’inchiesta non saranno infatti stralciate dal contratto di servizio della tv pubblica, scongiurando così un’eventualità inquietante che aveva scatenato mesi fa un putiferio mediatico e istituzionale.
La senatrice M5s Barbara Floridia, presidente della Commissione di Vigilanza, ha infatti annunciato che “la valorizzazione del giornalismo d’inchiesta è stata inserita nel testo base del contratto Rai”, battaglia per la quale ribadisce di essersi “spesa in prima persona”.
Sigfrido Ranucci ha dato la notizia sui social network ricordando l’impegno del compianto consigliere di amministrazione Rai Riccardo Laganà scomparso il 10 agosto scorso, che aveva combattuto fino all’ultimo per difendere l’approfondimento della tv pubblica e la trasmissione Report dalle grinfie della politica.
Era stato del resto lo stesso Ranucci, qualche mese fa, a presentare l’esposto secondo il quale, nel nuovo contratto di servizio Rai, rischiava di essere stralciato l’impegno per la valorizzazione del giornalismo d’inchiesta, già minacciato su vari fronti.
Il tutto in concomitanza sospetta con la querela pervenuta alla trasmissione da parte del ministro del Made in Italy Adolfo Urso, a seguito di un servizio di Report che lo riguardava. Il ministro Urso, per inciso, è l’autorità preposta che ha firmato il nuovo contratto di servizio Rai.
Dopo la levata di scudi da parte del presidente della FNSI Vittorio Di Trapani, del Movimento Cinque Stelle e del Partito Democratico, la Rai e il titolare del dicastero del Made in Italy replicarono con secche smentite.
Non sufficienti tuttavia a dissipare i dubbi, rinfocolati dopo che lo stesso ministro Urso ha appioppato un’altra querela alla trasmissione dopo la messa in onda della replica della puntata che lo riguardava. Senza contare che Report, malgrado il grande successo Auditel, dal prossimo ottobre sarà spostato dal lunedì alla domenica rischiando di finire indebolito negli ascolti.
Sigfrido Ranucci, però, non arretra di un solo millimetro. Portata a casa la vittoria sul fronte del contratto di servizio, ieri sul palco della festa del Fatto Quotidiano assieme a Lilli Gruber, Maddalena Oliva e Antonio Padellaro, ha ribadito che nelle prossime puntate di Report non sarà preso di mira un solo ministro ma che ci sarà “l’imbarazzo della scelta”.
Ad ascoltarlo in prima fila, la presidente della Vigilanza Barbara Floridia e, accanto a lei, lo stesso Amministratore Delegato Rai Roberto Sergio, presentatosi coraggiosamente nella “tana dei lupi”, dove non sono stati certo risparmiati gli strali alla tv di Stato e alle continue ingerenze dei palazzi del potere sulle trasmissioni di approfondimento come Report.
A maggior ragione dopo la riforma di Matteo Renzi – più volte criticato dai relatori sul palco – che ha consegnato la Rai chiavi in mano al Governo e al controllo diretto della politica.