Ucraina, l’informazione Tv è autoparodia. E Maggioni cede il posto a Cervelli

Monica Maggioni e Massimo Giletti

di Marco Zonetti 🖋️

Chi si fosse sintonizzato questa mattina – 21 marzo 2022 – su Rai1, avrebbe notato il ripristino dell’edizione del Tg1 delle 7.00 e, a seguire, un avvicendamento al timone del consueto “Speciale” sulla guerra in Ucraina: al posto di colei che per giorni e giorni, fin già dalla corsa al Quirinale, era onnipresente, ovvero la Direttrice Monica Maggioni, ecco arrivare l’inviata parlamentare Paola Cervelli. Come mai Maggioni si è defilata lasciando spazio alla collega? Secondo voci dal sen di Saxa Rubra fuggite, pare che i costanti flop degli speciali mattutini del Tg1, distaccati nettamente, spesso di ben 3 punti percentuali dal Tg5 e da Mattino Cinque News, abbiano indotto la Direttrice a fare una pausa dal video per non essere associata al calo di ascolti della rete in quella fascia oraria.

Il presenzialismo della pur valente Maggioni, del resto, era ormai divenuto una sorta di autoparodia, visto che la costante sovraesposizione mediatica le impediva in ultima analisi di controllare l’operato della redazione, a costo di diversi svarioni come quelli della copertina fake di Time su Putin-Hitler o dell’eccidio sulla scalinata Potëmkin di Odessa nel 1905 attribuito ai bolscevichi anziché ai cosacchi.

Ma il tutto ha toccato sublimi vertici di surreale e involontaria comicità a Domenica In ieri pomeriggio, allorché, durante il solito collegamento con Mara Venier, è stata quest’ultima a dare una notizia – e che notizia! – in anteprima alla Direttrice del Tg1 e non viceversa. “Lo so da te” ha commentato candidamente la Maggioni, ovvero la responsabile della testata giornalistica più importante d’Italia e una delle più rilevanti in Europa, mentre “Zia Mara” le leggeva l’Ansa che riportava le scioccanti parole di Zelensky alla CNN (pronunciato SI ENNE ENNE dalla conduttrice) sulla possibilità di una terza guerra mondiale in caso di fallimento dei negoziati con Putin. Più che Domenica In in collegamento con il Tg1, avrebbe benissimo potuto essere uno sketch dell’indimenticato Mai dire Domenica, se non fosse stato per l’assenza delle voci della Gialappa’s.

Monica Maggioni Domenica In Mara Venier
Monica Maggioni ospite di Mara Venier a Domenica In

Qualche ora più tardi, a esporsi volontariamente al pubblico ludibrio è stato Massimo Giletti a Non è L’Arena su La7, che – forse per farsi perdonare di aver recentemente intervistato Povia su questioni geopolitiche e di storia dei popoli slavi – si è auto-inviato a Odessa. Guadagnandosi però le aspre critiche di Selvaggia Lucarelli che ha parlato di “film di serie B” sollevando anche qualche sospetto sull’autenticità del collegamento: “Come faceva Giletti a stare per strada? O lo ha violato o l’inizio era registrato”. E avanzando una disamina condivisibile: “Mai come stasera dobbiamo rispettare chi va a documentare la guerra senza personalismi, senza spettacolarizzazione, senza retorica, senza usare i cadaveri per fare show, senza il suo faccione davanti a quello che accade”.

In questa gara di presenzialismi e personalismi, il racconto asettico e quanto più preciso di ciò che avviene al fronte, che dovrebbe essere la base del giornalismo in tempo di conflitti, diviene insomma il racconto celebrativo di se stessi sullo sfondo dei conflitti, avendo forse come punti di riferimento non tanto celebri corrispondenti di guerra come Marguerite Higgins o Michael Herr, bensì Rossella O’Hara e Rhett Butler in fuga dall’assedio di Atlanta in Via col Vento

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