di Marco Zonetti
La designazione dei 42 membri della Vigilanza Rai, avvenuta la scorsa settimana, aveva fatto sperare nella fine dell’inattività della Commissione che si protrae da ben otto mesi, e cioè dal luglio 2022 quando furono indette le elezioni politiche del 25 settembre scorso. Fin dall’insediamento del Governo Meloni, la costituzione della commissione che vigila sul servizio pubblico radiotelevisivo continua a ristagnare e, ora che sono stati scelti i suoi componenti, l’inizio dei lavori è bloccato dalla guerra fra Terzo Polo e M5s per aggiudicarsi la presidenza (che spetta per prassi all’opposizione, divisa tra Pd, M5s e Terzo Polo).
Dopo che i dem hanno ottenuto quella del Copasir assegnata a Lorenzo Guerini, con la segreteria assegnata a Ettore Rosato del Terzo Polo, per un criterio di equità la presidenza della Vigilanza Rai dovrebbe andare al partito di Giuseppe Conte, rimasto finora a mani vuote. E invece la situazione è tutt’altro che semplice.
Abbiamo infatti già segnalato come le sorti della Vigilanza Rai siano condizionate dal rinnovo del vertice dell’Istat, a capo del quale la maggioranza di Governo vorrebbe riconfermare Gian Carlo Biangiardo. Non potendo però contare sui numeri necessari in commissione Affari Istituzionali per effettuare l’operazione, il Centrodestra è costretto necessariamente a scendere a compromessi con le tre opposizioni. Di conseguenza in tale “gioco d’incastri” che coinvolge una congerie di nomine per altri incarichi parlamentari, il destino dell’Istat si lega indissolubilmente al futuro della Commissione di Vigilanza Rai. Qualora infatti il M5s dovesse porre il veto su Biangiardo innescando così la ripicca della maggioranza, la presidenza potrebbe in ultima analisi andare a Maria Elena Boschi, realizzando così il disegno di Matteo Renzi.
La guerra si gioca quindi tra Boschi e Riccardo Ricciardi del M5s, anche se quest’ultimo è giudicato eccessivamente divisivo da parte del Centrodestra. Così, negli ultimi tempi per una papabile presidenza pentastellata è spuntato il nome di Barbara Floridia e ha ripreso piede l’ipotesi Chiara Appendino che non è fra i 42 membri della Vigilanza Rai ma che potrebbe entrare a farne parte sostituendo un collega di partito designato in commissione. Stessa cosa potrebbe accadere all’ex ministro Stefano Patuanelli, che non fa parte dei commissari di Vigilanza scelti dal M5s ma che per la maggioranza sarebbe preferibile a Ricciardi come presidente.
Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, anch’egli membro della Vigilanza, ha sollecitato le opposizioni a trovare un accordo per dare finalmente inizio ai lavori (con una Rai sempre più allo sbando, aggiungiamo noi). Pure, apprendendo che la prima convocazione della commissione prevista per il 21 marzo potrebbe già slittare, temiamo che l’unica commissione che si potrà avere sarà quella prefigurata dallo stesso senatore Gasparri ai microfoni di Pinuccio di Striscia la Notizia: “la vigilanza stradale”.