Tim-Cdp, Anzaldi (Iv): “Accordo dai contorni oscuri, Parlamento indaghi”

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Luigi Gubitosi, Ad e Dg di Tim e Fabrizio Palermo, Ad e Dg di Cassa Depositi e Prestiti

L’accordo sulla rete unica fra Tim e Cassa Depositi e Prestiti desta perplessità in Raffaele Tiscar e Michele Anzaldi, che temono rischi per Open Fiber e per i cittadini

L’accordo fra Tim e Cassa Depositi e Prestiti sulla rete unica sta tenendo banco sulla stampa, ma non come e quanto dovrebbe. Complici la stagione estiva e la recrudescenza dei contagi da Covid-19, l’intesa fra l’Ad e Dg di Tim Luigi Gubitosi e l’Ad e Dg di Cdp Fabrizio Palermo occupa marginalmente il dibattito pubblico, malgrado l’importanza dell’argomento.

Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai e Deputato di Italia Viva, ha invece drizzato le antenne e su Facebook ha voluto chiamare all’azione il Parlamento.

Fumosità e opacità nell’accordo Tim-Cdp

“Intorno alla questione rete unica” scrive l’On. Anzaldi, “a dispetto di veline e accordi dati per fatti, c’è invece grande fumosità, grande incertezza e un’ampia dose di opacità. Perché il Parlamento non apre subito una discussione trasparente, come chiesto da Italia Viva, dal capogruppo Pd Delrio e da Fratelli d’Italia?

“Restano ancora oscuri i contorni del presunto accordo tra Tim e Cdp, ma soprattutto resta oscura quale sarebbe la convenienza per i cittadini. A fronte di altri esborsi pubblici, non c’è alcuna certezza su tempi di realizzazione della fibra in tutta Italia, costi, tariffe.

Rischio per Open Fiber e per i cittadini

Mentre verrebbe stoppata l’operazione pubblica Open Fiber, che sta portando la fibra nelle case dopo un lungo lavoro di autorizzazioni, bandi, ricerca delle risorse. Non si sa quando e come dovrebbe partire la nuova operazione e in quali tempi. Non si sa come possa essere davvero indipendente una rete dove la maggioranza resterebbe a Tim, come la scelta dell’amministratore delegato. Non si sa che fine farebbe il grande investimento di questi anni di Open Fiber che ha permesso di cablare finora 9 milioni di unità immobiliari raggiungendo quasi il 50% dell’obiettivo complessivo di 20 milioni di case.

C’è il rischio che alla fine paghino i cittadini, se si crea un danno ad aziende pubbliche come Enel e come Cdp, i cui denari arrivano dal risparmio postale? E’ incomprensibile la scelta che emerge dalle posizioni governative di questi giorni di ignorare totalmente il lavoro fatto con Enel e Open Fiber. Rete pubblica già esistente e al servizio dei cittadini che in questi anni, grazie alla lungimiranza del Governo Renzi, ha accelerato gli investimenti sulla fibra dopo anni e anni di ritardi accumulati”.

I dubbi di Raffaele Tiscar sull’accordo Tim-Cdp

Partendo poi da un’intervista a Raffaele Tiscar pubblicata su Starmag.it, l’On. Anzaldi ha quindi rincarato la dose.

“Raffaele Tiscar, esperto di telecomunicazioni ed energia, già vicesegretario generale con delega sulla banda larga a Palazzo Chigi, dice di non vedere quale sia l’interesse pubblico nell’operazione Tim-Cdp. E paventa il rischio che i soldi del Recovery Fund siano usati in realtà per ripulire i conti di Tim anziché per mettere in campo investimenti per il Paese.

“In pratica l’operazione ‘rete unica’ servirebbe a Tim per scaricare sulla nuova società di carattere pubblico una parte del suo enorme debito e il personale in eccesso.

Furia ideologica partita dal blog di Grillo

“Se fosse vero, saremmo di fronte ad un incredibile danno per gli italiani, al quale si aggiungerebbe la beffa dello stop agli investimenti sulla fibra. Non ci sarebbe alcuna garanzia, infatti, sugli investimenti per portare la fibra nelle case degli italiani. E il progetto Open Fiber, che ha già cablato 9 milioni di case con fibra fino al portone di casa e non all’armadietto (come invece sta facendo Tim), riceverebbe un colpo mortale. Bloccato dalla furia ideologica partita dal blog di Grillo.

“Per questo è urgente che il Parlamento si occupi al più presto di questo dossier. Le commissioni competenti vanno convocate subito.”

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