Latrocinio sul Bonus Express: Inps Agatha Christie da strapazzo

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Pasquale Tridico, Presidente Inps

Bonus Partita Iva, è ancora giallo sull’identità dei cinque deputati che hanno chiesto il bonus di seicento euro. La notizia data da Repubblica ha scatenato un putiferio in una sonnacchiosa domenica d’agosto, continuando a far discutere anche il giorno successivo.

Come sappiamo, a informare il quotidiano è stata la Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps, organismo istituito ad hoc dal presidente Pasquale Tridico. Il fatto in sé non presupporrebbe una condotta illegale, ma senz’altro del tutto inopportuna e riprovevole.

Riflessioni sull’accaduto

La vicenda richiede tuttavia qualche riflessione più fredda e meno “viscerale”.

  1. La richiesta dei 600 euro da parte dei cinque deputati, malgrado l’entità dei loro emolumenti, è senz’altro condannabile (benché non sia stato commesso alcun reato).
  2. La stortura nel provvedimento del Governo che ha permesso a cinque deputati di poter incassare i 600 euro di bonus è di fatto esecrabile.
  3. Altrettanto patetico è però il comportamento dell’Inps che, invece di indire una conferenza stampa denunciando la situazione con le sue derive (l’incasso di 600 euro da parte dei 5 deputati) si presta alla creazione del giallo dell’Estate con l’annesso “Indovina chi” fornendo a un quotidiano informazioni frammentarie che non giovano a nessuno.
  4. Il giallo dell’Estate di cui sopra giunge tempestivo per sollevare l’indignazione contro i deputati scrocconi in vista del Referendum. I deputati sono 945. Se l’aver chiesto il bonus è la discriminante per decidere la probità di un deputato, la condotta ignobile di cinque individui su 945 appare un rapporto più che accettabile.
  5. Fra i “duemila coinvolti”, potrebbero esservi consiglieri di Comuni di pochissime anime, e che percepiscono emolumenti pari a poche centinaia di euro mensili. Anche costoro devono finire alla gogna?

Conclusioni

A questo punto, si facciano le cose per bene e si rendano subito pubblici nomi e cognomi, fornendo all’opinione pubblica tutti i dettagli, così che si possa commentare con cognizione di causa e, nel caso, prendere provvedimenti.

O altrimenti l’Inps eviti di giocare alla sguattera di Agatha Christie facendo pubblicare qualche stralcio di Latrocinio sul Bonus Express tanto per fomentare inutilmente l’opinione pubblica. Che senso ha conoscere il presunto partito di appartenenza dei cinque deputati se non se ne conoscono i nomi? In questo senso ha ragione l’On. Anzaldi di Italia Viva che deplora, fra le altre cose, il discredito gettato sull’intero Parlamento.

Perché allora non farla sporca fino in fondo, scrivendo che so, due sono meridionali, uno del centro e due del nord; uno è biondo, tre sono pelati, uno ha la barba; tre sono celibi e due sono sposati con un figlio (sto inventando…)?

Tragico vedere il dibattito pubblico cadere così in basso trasformandosi in un surrogato del Quesito con la Susi.

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