Consigliera Rai promuove la piattaforma Rousseau Dem. Anzaldi: “Precedente inedito e pericoloso”

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La Consigliera Rai Francesca Bria con Alessandro Di Battista

Di Marco Zonetti

E così, anche il Partito Democratico si è fatto la sua “Rousseau”. Partita online da qualche ora, infatti, la piattaforma delle Agorà Democratiche, iniziativa “promossa dal Partito Democratico finalizzata ad allargare e innovare gli spazi e le modalità di partecipazione democratica e a elaborare, nel modo più condiviso e largo possibile, un programma ambizioso per il Centrosinistra“.

Sempre da fonti Pd apprendiamo che tale progetto “si declinerà in due modalità. Da un lato, le singole Agorà: eventi di una giornata – sia in presenza sia online –, da cui emergeranno proposte avanzate e condivise dai partecipanti, oltreché una sintesi dell’incontro. Dall’altro, la piattaforma digitale: il “luogo” in cui saranno discusse collettivamente le proposte emerse dalle singole Agorà e tramite cui saranno individuate le azioni ritenute prioritarie dalla maggior parte dei partecipanti“.

“Agorà” non è soltanto un termine mutuato dall’antica Grecia, ma anche – di nuovo – dal nuovo amico del cuore dei Dem, quel M5s che faceva ampio uso della parola per definire gli incontri di piazza subito dopo l’ingresso in Parlamento nel 2013. L’iniziativa del Pd fortemente voluta dal Segretario Enrico Letta è legata a decidim.org, piattaforma digitale implementata qualche anno fa con successo a Barcellona dall’allora assessora all’innovazione tecnologica del capoluogo catalano, ovvero la plurititolata Francesca Bria, attualmente al timone del Fondo Nazionale Innovazione di Cassa Depositi e Prestiti. La stessa divenuta da poco Consigliera di Amministrazione Rai in quota Partito Democratico, una modalità di designazione che non ha messo d’accordo tutto il Centrosinistra, tant’è nella votazione in Parlamento sulla nomina della Bria, Italia Viva si astenne categoricamente.

Sposata con il sociologo bielorusso e guru della rete Evgenij Morozov, la celebrata economista quarantaquattrenne vanta anche frequentazioni amichevoli con il grillino duro e puro Alessandro Di Battista, come rilanciò anche Dagospia. Bria, la cui candidatura nel CdA Rai è stata caldeggiata dallo stesso Segretario Letta (e quindi imposta dall’alto, contrariando Italia Viva per l’appunto), ha celebrato su Twitter la partenza delle “agorà democratiche”, del cui progetto ovviamente ella è parte integrante. Un annuncio criticato dal Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Iv) che ha tuonato: “Ma è accettabile che un consigliere di amministrazione Rai faccia anche l’agit prop di partito sui social? Autonomia e indipendenza, dice la legge per la nomina del Cda Rai. Che c’entra la propaganda del Pd rilanciata dalla consigliera Bria con il rispetto di queste prerogative?“.

All’On. Anzaldi, ha quindi risposto a stretto giro la Capogruppo Pd in Commissione di Vigilanza Rai Valeria Fedeli che, in una nota, ha dichiarato: “Le Agorà democratiche nascono come spazio aperto e trasversale per stimolare idee e proposte dal confronto libero e autonomo tra diversi soggetti, associazioni, istituzioni, forze politiche e liberi cittadini”. E ancora: “Il futuro della Rai è tema di fondamentale importanza per il rilancio del servizio pubblico, la trasformazione digitale del Paese, la costruzione e il racconto di una società plurale, paritaria, inclusiva. Per cui ben venga la partecipazione di figure che, per scelta del Parlamento che ha votato, hanno assunto ruoli di responsabilità e guida in questo senso. Le accuse di Anzaldi contro la consigliera di amministrazione Rai Francesca Bria sono quindi improprie e inopportune. Bria è espressione del Parlamento e può, in autonomia e indipendenza, partecipare a tutte le iniziative che ritenga utili“.

Interpellato da VigilanzaTv sulla questione, l’On. Anzaldi ha però rincarato la dose: “L’essere eletti dal Parlamento non giustifica essere partigiani. Il requisito di indipendenza riguarda tutti i consiglieri, nessuno escluso. Forse la Fedeli non ricorda bene la legge e le sentenze della Corte costituzionale sul servizio pubblico radiotelevisivo. Quello della Bria è un precedente inedito e pericoloso. La Fedeli non avrebbe dunque da dire se domani ogni consigliere decidesse di sponsorizzare le iniziative della parte politica che li ha nominati?”. E il Segretario della Vigilanza Rai ha concluso: “Sarebbe opportuno che la Presidente del Consiglio di Amministrazione Rai Marinella Soldi e l’Amministratore Delegato Carlo Fuortes chiarissero dal punto di vista legale la questione, che mina l’autonomia del loro stesso CdA.”

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