Europee, Boschi: no ai giornalisti con connotazione politica in Tv. L’attacco a Travaglio

Matteo Renzi e Maria Elena Boschi

di Marco Zonetti

Le elezioni europee 2024 si avvicinano inesorabilmente e, com’è ovvio, si ripresenta la vexata quaestio della par condicio televisiva, con l’annoso problema degli spazi da affidare ai vari leader ed esponenti politici nei telegiornali e nei talk show.

Giacomo Salvini sul Fatto Quotidiano (qui l’articolo integrale) ci informa che Italia Viva, attraverso Maria Elena Boschi, vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai, ha firmato una serie di proposte al fine di modificare la delibera che dovrà stabilire le nuove regole per la par condicio televisiva durante la campagna elettorale europea. Proposte secondo le quali “I giornalisti o gli opinionisti che sostengono una tesi dovranno essere controbilanciati con altri colleghi che hanno ‘punti di vista alternativi’. O, ancora peggio, nei talk show o nei programmi di informazione della Rai prima delle Europee non potranno proprio partecipare i cronisti che hanno “una chiara connotazione politica”.

Il Fatto precisa altresì che gli emendamenti sono cinque (sulla decina in totale), che sono stati firmati proprio dalla vicepresidente della commissione Boschi e che “saranno depositati oggi quando, dopo l’audizione del presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella, scadranno i termini per presentare le proposte di modifica. In attesa di quelli della maggioranza di destra, la proposta che sta creando più perplessità è quella di Italia Viva: il partito di Matteo Renzi, infatti, vuole modificare il regolamento applicando le regole della par condicio televisiva anche ai giornalisti”.

In altre parole, la vicepresidente della Commissione di Vigilanza chiede di modificare l’articolo 2 della delibera relativa ai programmi Rai durante il periodo elettorale, rendendola più rigorosa. “Qualora il format della trasmissione preveda interventi a sostegno di una tesi ai fini dell’agenda politica –­ si legge nell’emendamento firmato dalla deputata renziana riportato dal Fatto – è necessario garantire uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di punti di vista alternativi sugli stessi temi”. Obiettivo dichiarato nero su bianco: assicurare la “completezza e l’imparzialità dell’informazione”. Ma come fare a indicare i “punti di vista alternativi” tra i giornalisti e, soprattutto, chi dovrebbe essere titolato a farlo. Non è chiaro.

Maria Elena Boschi, inoltre, auspica l’applicazione di tutte le regole della par condicio anche ai giornalisti, “paragonati agli esponenti politici che si candidano per un seggio al Parlamento europeo o che vogliano fare campagna elettorale per la propria lista. Quindi nessuna presenza negli spazi legati alla comunicazione politica e stessi tempi di parola nei programmi di informazione. Altri tre emendamenti della deputata renziana, inoltre, prevedono una soluzione ancora più drastica: che in tutti i programmi Rai – d’informazione e non solo – non sia ammessa la partecipazione anche di giornalisti, al pari di quella ‘di candidati ed esponenti politici'”, come ci segnala sempre Il Fq.

Nell’ultima seduta della commissione di Vigilanza Rai tenutasi martedì scorso, la fedelissima di Matteo Renzi ha chiesto che l’ordine d’interviste dei candidati sia effettuato tramite sorteggio, e ha quindi rivendicato “l’esigenza che non sia ammessa la partecipazione di giornalisti o di opinionisti o comunque di soggetti che abbiano una chiara connotazione politica” nei programmi d’informazione Rai durante la campagna per le elezioni europee.

Tali proposte saranno dunque depositate oggi, 3 aprile 2024, dopo l’audizione del presidente dell’AgCom Giacomo Lasorella pretesa dalla maggioranza di centrodestra “per prendere tempo. In particolare, come ha raccontato Il Fatto giovedì scorso, i parlamentari di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno chiesto di rinviare la discussione per risolvere il ‘caso Maggioni’: la conduttrice del programma In Mezz’Ora difficilmente potrebbe rispettare le regole della par condicio in sole quattro puntate e così si sta studiando una norma per derogare a questi obblighi solo per il format di Rai3.

Sull’esito delle proposte renziane riguardo alla par condicio in campagna elettorale europea, occorre attendere l’audizione odierna in Commissione di Vigilanza Rai, e vi terremmo aggiornati. Nel frattempo, riguardo all’articolo del Fatto Quotidiano, Boschi ha polemizzato con il direttore Marco Travaglio, scrivendo su Facebook: “Ho proposto in commissione di vigilanza che le regole della par condicio valgano anche per i commentatori. Travaglio l’ha presa male, come potete vedere. Eppure io penso che le regole debbano valere per tutti. A meno che non si pensi che Marco Travaglio e quelli come lui siano giornalisti imparziali e non politicamente schierati”.

E ancora: “Le sentenze che condannano Travaglio come pregiudicato e diffamatore dimostrano che lui non è credibile come giornalista imparziale. Che sia politicamente schierato lo sanno anche i muri. Perché dunque lui deve essere libero di non rispettare la par condicio? I giornalisti imparziali e terzi hanno diritto di essere riconosciuti come tali. Ma i commentatori spregiudicati (e pregiudicati) per me no. Che ne pensate?”.

Come risponderà Marco Travaglio?

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