I segreti di Brokeback Mountain, il potere culturale del cinema

Tra i film in prima serata di mercoledì 19 gennaio sui principali canali del digitale terrestre segnaliamo I segreti di Brokeback Mountain, Leone d’oro e Oscar per Ang Lee, storia d’amore al maschile tra le montagne e i pascoli del Wyoming negli anni Sessanta, con Heath Ledger e Jake Gyllenhaal.

La 7D (canale 29) 21.30

Film Tv 19 gennaio. I segreti di Brokeback Mountain, il potere culturale del cinema
La recensione di VigilanzaTv

I segreti di Brokeback Mountain (Brokeback Mountain, drammatico, USA, 2005) regia di Ang Lee. Con Jake Gyllenhaal, Heath Ledger, Michelle Williams, Anne Hathaway, Linda Cardellini, Anna Faris, Randy Quaid

Heath Ledger è Ennis Del Mar

Ennis Del Mar (Ledger), un mandriano, e Jack Twist (Gyllenhaal), un cowboy da rodeo, si ritrovano fra le montagne del Wyoming a guardia di un gregge di pecore e tra loro, nonostante il carattere introverso di Ennis, scatta un’attrazione fisica che, trasformatasi in amore, li terrà “legati” per una ventina d’anni, nonostante i primi ben quattro di separazione.

Jake Gyllenhaal è Jack Twist

Legati, in realtà, dal segreto del loro amore perché, di fatto, vivono molto distanti e, mentre Ennis, sposato con Alma (Williams) e con due figlie, passa di lavoro in lavoro (quando lo trova); Jack invece non ha problemi simili, tantomeno quelli economici, perché ha sposato Lureen (Hathaway), la figlia di un imprenditore. Ma deve comunque fare i conti con quelli dovuti alle ingerenze del suocero nell’educazione del figlio. E quelli legati al costante e tenace rifiuto di Ennis a vivere il loro amore alla luce del sole, che tuttavia nel Wyoming degli anni Sessanta (periodo cui il film è ambientato) avrebbe coinciso con una condanna sociale, se non addirittura a morte.

Ang Lee ci mostra di fatto due facce dell’amore: quella coniugale (con tanto di travagliato divorzio) e quella dell’amore proibito, “la routine coniugale imposta dalla società e la passione che rompe ogni regola, ma deve rimanere dolorosamente nascosta” (Mereghetti); e sceglie il cliché western attualizzandolo, per far risaltare i contrasti e ribaltare gli stereotipi, mostrandone il lato nascosto e a lungo negato

Ma ammesso che Ang Lee avesse realizzato Brokeback Mountain (questo il titolo originale) col principale intento di sovvertire uno stereotipo grazie al potere del cinema – e del suo in particolare – è piuttosto evidente come il cinema abbia creato e radicato nella nostra cultura quello stesso stereotipo, abituandoci poi a una sua lettura acritica. E lo dimostra il fatto che “Il west qui non c’entra nulla. Per cominciare questi sono (quasi) gli anni del Vietnam, non della Frontiera.

West significava, appunto, civilizzazione verso l’ovest, progresso, legge, nuove città, diciannovesimo secolo. L’eroe del west con era come questi due, non era un pecoraio, era, quasi sempre, l’uomo della legge, colui che, individualmente, in forza di una dotazione particolare (l’eroe appunto) guida la collettività. Cooper in Mezzogiorno di fuoco, è uno sceriffo. Wayne in Sentieri selvaggi è un reduce tormentato, Ladd in Il cavaliere della valle solitaria è uno straniero che protegge i deboli. Flynn in Custer è l’eroe delle guerre indiane. Non sono cow boys.

Certo c’erano anche quelli, come lo stesso Wayne nel Fiume rosso, con tanto di “amicizia virile” verso Clift, diventata poi latente omosessualità (o magari neppure latente) quando bisognava parlar male del western e i buoni cominciarono ad essere gli indiani. È anche una questione di modelli. I giovani protagonisti del film di Lee, Gyllenhaal e Ledger, malinconici e dolci, ci sta che si innamorino. Gary Cooper e John Wayne che si baciano: non è proprio facile immaginarseli” (Pino Farinotti per Mymovies).

«Battezzato in fretta western gay, questo post-western iterativo ma progressivo è anche un idillio (nell’antico senso di componimento poetico di carattere pastorale e campestre) che, però, si carica di un’intensità dolorosa da melodramma. Come tutte le storie di amori “impossibili”, rispetto alla morale sociale, ha una conclusione struggente, un finale “secco e silenzioso come tutto il film” (L. Malavasi). Tra i meriti di Ang Lee regista – oltre alla direzione degli attori, il senso del paesaggio (fotografia di Rodrigo Prieto), la cura dei particolari – c’è la giusta distanza dall’omofobia che circonda i suoi personaggi, evitando i pericoli della denuncia retorica» (Il Morandini).

Adattato da Larry McMurtry e Diana Ossana su un racconto di E. Annie Proulx contenuto nella raccolta Distanza ravvicinata, noto in Italia come Gente del Wyoming, I segreti di Brokeback Mountain vanta un Leone d’oro (a Venezia nel 2005) e 3 Oscar: regia, sceneggiatura non originale e musica; 4 Golden Globe e un gran successo di pubblico e critica.

Il trailer del film

Il regista premio Oscar Ang Lee fra i due protagonisti

Fonti

FilmTv ©1993-2021 Tiche Italia s.r.l.

Paolo Mereghetti, Il Mereghetti. Dizionario dei film 2021 © 2020 by Paolo Mereghetti, Baldini+Castoldi s.r.l., Milano

Laura, Luisa e Morando Morandini, Il Morandini su www.mymovies.it

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