In Rai è emergenza pluralismo. Anzaldi: “Tutto parte dalla nomina illegittima del Presidente Foa”

Salini Foa CdA Rai
Il Presidente Rai Marcello Foa e l’Ad Fabrizio Salini

L’Onorevole Michele Anzaldi, Segretario della Commissione di Vigilanza Rai ed esponente di Italia Viva, torna sulla questione del pluralismo in Rai con un intervento sull’Huffington Post. Dopo aver riassunto l’audizione del Presidente dell’AgCom Giacomo Lasorella in Commissione di Vigilanza, e stigmatizzato la rivendicazione di Fratelli d’Italia di “vedersi riconosciuto uno spazio ben superiore alla propria consistenza parlamentare in quanto unico partito di opposizione”, l’On. Anzaldi passa a elencare gli esempi di carente pluralità di voci politiche in Rai, attribuendo l’inasprirsi del problema a questi vertici, oltre a domandarsi come mai Italia Viva, che ha una rappresentanza parlamentare numericamente analoga a quella di FdI sia di fatto bistrattata dai Tg Rai.

Scrive l’On. Anzaldi: “Ecco i tempi di parola dei partiti nei tg Rai da quando si è insediato Draghi: Pd 17,3%, Lega 9,5%, Fdi 6,9%, M5s 6,9%, Fi 4,4%, Iv 1,6%, Leu 1,3%. Quale è il criterio di questa suddivisione? Come è possibile che nelle trasmissioni di Rai1 il premier Draghi sia tallonato da Rocco Casalino, onnipresente sulla tv pubblica non si sa a che titolo? Perché l’Agcom, che ci ha presentato questi numeri in commissione di Vigilanza, poi non fa nulla e non sanziona la Rai?”

E ricorda che: “Il direttore del Tg1 (Giuseppe Carboni, Ndr) che fin dall’inizio ha oscurato Italia Viva è lo stesso che in commissione di Vigilanza ha teorizzato, per il governo Conte 1, la necessità di garantire un servizio a Conte, uno al Movimento 5 stelle, uno alla Lega e uno a tutti i partiti di opposizione“. 

Per Michele Anzaldi “il problema del pluralismo in Rai nasce innanzitutto dall’aver privato l’azienda di un vero presidente di garanzia, con la nomina a mio avviso illegittima di Foa“. L’Onorevole renziano si è battuto alacremente per accedere agli atti relativi alla votazione che nominò Marcello Foa Presidente della Rai, mirando a determinare se – in sede di elezione di quest’ultimo – alcune schede di voto fossero precedentemente state segnate per renderle riconoscibili precludendo quindi il requisito di irriconoscibilità necessario allo svolgimento corretto della procedura, invalidandola di fatto. 

A tutt’oggi, gli atti di cui sopra restano inaccessibili, mentre il CdA attuale è ormai giunto alla scadenza fisiologica, sfiduciato per giunta dall’ex Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Un CdA delegittimato e al capolinea che, tuttavia, sta mettendo in atto manovre volte a prorogare il mandato. “Per questo – conclude l’On. Anzaldi – la prima strada da seguire per far tornare il rispetto delle regole in Rai passa dalla nomina del nuovo Cda. Perdere ancora tempo, come stanno tentando di fare gli attuali vertici, significa danneggiare la Rai, danneggiare l’informazione, danneggiare il lavoro del Parlamento e anche del governo. E significa sperperare il denaro dei cittadini che pagano la Rai con il canone“. 

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