La nuova par condicio “europea”, approvata con “strappo” in Commissione di vigilanza

la nuova par condicio "europea", approvata con "strappo" in Commissione di vigilanza

di Antonio Facchin

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Martedì 9 aprile la Commissione di Vigilanza Rai ha approvato un emendamento che modifica il funzionamento della par condicio, l’insieme di regole a garanzia della parità di accesso di tutti i partiti politici, in determinati spazi sui canali d’informazione, come riferisce il Post sulla base di una nota Ansa. “L’emendamento è stato proposto da alcuni partiti della maggioranza di governo, e molto contestato dalle opposizioni perché favorirebbe i primi”, offrendo ampio spazio agli esponenti di governo, a discapito naturalmente dei partiti d’opposizione.

L’emendamento svilupperebbe una delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCom), proposta per modificare le regole sulla par condicio in vista delle elezioni europee di giugno, introducendo criteri di valutazione qualitativi a integrazione di quelli quantitativi già in vigore, relativamente alle presenze dei politici nei programmi radio-televisivi; calcolando dunque non solo la durata dei loro interventi, ma anche il valore delle relative fasce orarie sulla base delle rilevazioni Auditel.

La par condicio del nuovo millennio

La par condicio è un accordo adottato nel 2000 in un contesto politico e mediatico molto diverso dall’attuale, e da allora è stato poco aggiornato; motivo per cui risulta secondo molti obsoleto, quindi da riformulare se non addirittura da sostituire. In realtà le regole su come i media sono tenuti a gestire la comunicazione politica potrebbero venir “aggiornate” in occasione di ogni nuova elezione nazionale; anche se poi si finisce per riconfermare essenzialmente l’impianto originale. Si tratta di regole decise dall’AGCom per le emittenti radiotelevisive private, e dalla Commissione parlamentare di vigilanza per la Rai.

La nuova par condicio "europea", approvata con "strappo" in Commissione di vigilanza
Il Parlamento dell’Unione Europea in attività

La nuova par condicio “europea”

Il testo dell’ultima delibera AGCom in merito è stato così riformulato sulla base di  un emendamento proposto da Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati, stabilendo che da qui alle elezioni europee i programmi di informazione e approfondimento «qualora in essi assuma carattere rilevante l’esposizione di opinioni e valutazioni politico-elettorali, sono tenuti a garantire la più ampia possibilità di espressione, facendo in ogni caso salvo il principio della “notiziabilità” giornalistica e la necessità di garantire ai cittadini una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative».

Ciò significa che durante la campagna elettorale nei programmi d’informazione e di approfondimento i politici candidati alle elezioni europee non avranno alcun vincolo temporale, purché negli interventi televisivi parlino della loro attività istituzionale. È un emendamento che favorisce naturalmente i politici della maggioranza di governo candidati alle europee, e in particolare i membri del governo che dovessero confermare la propria candidatura come la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il suo vicepresidente, nonché Ministro degli Esteri Antonio Tajani fra i primi.

Barbara Floridia, Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai (M5s)
Barbara Floridia, Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai (M5s)

Una Commissione mai così divisa

L’emendamento approvato è stato molto criticato dai partiti di opposizione, che in Commissione hanno votato tutti contro. In un comunicato inviato alle agenzie di stampa, i membri della Commissione parlamentare di vigilanza Rai del PD hanno dichiarato che «c’è stata […] la volontà di far esondare il governo durante la campagna elettorale eliminando il motivo stesso per cui esiste la par condicio”; nella chiara volontà di “comprimere” l’espressione dei partiti di opposizione.

Il Movimento 5 Stelle ha da par suo dichiarato che «quando vogliono approvare qualcosa che gli interessa procedono come schiacciasassi rifiutando ogni tipo di mediazione». E la stessa Presidente Barbara Floridia (M5s) ha sottolineato a Repubblica lo “strappo” verificatosi tra maggioranza e opposizione; ma soprattutto come l’emendamento approvato finisca per falsare tutta la campagna elettorale.

Alle accuse delle opposizioni ha risposto Maurizio Lupi di Noi Moderati: «La sinistra vorrebbe, nell’imminente campagna elettorale, imbavagliare l’intero esecutivo, consegnandolo a un inspiegabile e quanto mai inusuale silenzio, impedendogli così di informare i cittadini sulle sue iniziative e sui suoi provvedimenti».

Un altro emendamento invece ha trovato il consenso anche delle opposizioni: quello che esclude dal conteggio della par condicio gli interventi televisivi degli esponenti di governo che parlano di «materie inerenti all’esclusivo esercizio delle funzioni istituzionali svolte». L’emendamento, scrive l’agenzia Ansa, è stato riscritto e ora dice che «la loro presenza [degli interventi, ndr] deve essere limitata esclusivamente alla esigenza di assicurare la completezza e l’imparzialità dell’informazione».

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