L’Olanda digitalizza l’opera di Van Gogh. L’Italia chiude i musei

Van Gogh
Vincent Van GoghNatura morta: vaso con oleandri e due libri (1888)

La tanto discussa chiusura di mostre e musei – tranne le gallerie d’arte – fino al 3 dicembre in tutta Italia ci rende sempre più coscienti di un’esigenza su cui siamo in gran ritardo: digitalizzare il nostro patrimonio artistico.

Non che ciò possa sostituire l’imprescindibile contatto diretto con l’arte; ma offrirebbe a quella figurativa almeno una maggiore accessibilità e fruizione alternativa. Oltre alla raccolta e al vaglio dell’autenticità di tutte le informazioni relative. Nella speranza che la causa delle attuali restrizioni si risolva al più presto.  

Van Gogh Worldwide

L’avanguardia è ancora una volta nel nord Europa. Parliamo dell’Olanda, che ha recentemente visto digitalizzare le opere di una gloria nazionale: Vincent van Gogh (1853-1890). Si tratta di 1109 tra dipinti, disegni, stampe e schizzi divisi per il progetto Van Gogh Worldwide in dieci macro-aree spazio-temporali (e un explore artworks per una ricerca mirata). Il tutto, a partire da quanto disponibile in terra natìa, forniti per lo più dal Kröller-Müller Museum, il Van Gogh Museum e l’RDK, il museo olandese per la storia dell’arte. Raccolti su una piattaforma digitale di alta qualità grafica, e di facile accesso, ancora in fase di costruzione. 

La monografia di Jacob Baart de la Faille

Un autentico work-in-progress, le cui informazioni resteranno in costante aggiornamento e ampliamento per tutto il prossimo anno. E che ha alla base l’ultima edizione dell’opera monografica su Van Gogh a firma Jacob Baart de la Faille (The works of Vincent van Gogh. His paintings and drawings, 1928-1970) e la pretesa di diventarne opera omnia. Con la programmatica intenzione di annoverarvi anche disegni, lettere e materiali, sia pure di più tarda attribuzione, e tutte le informazioni inedite sulla sua vita. E tutte le opere di Vincent van Gogh di stanza in collezioni private, fuori confine. Finanziano il progetto la Mondriaan Fund e la Vincent van Gogh Foundation.

La digitalizzazione dell’arte, un’esigenza anche italiana

Nonostante la vastità del nostro patrimonio artistico la avvicini più a un’utopia che a un’esigenza, la digitalizzazione dell’arte è un argomento affrontato da Francesca Cappellettineo-direttrice della Galleria Borghese a Roma, un “museo ad alta concentrazione di capolavori”, come l’abbiamo definito in un articolo scritto in occasione dell’apertura dei suoi depositi-galleria  alle visite guidate, prima dell’ennesima chiusura. Nonostante la Galleria Borghese vanti un website di tutto rispetto, la sua direttrice ha infatti dichiarato recentemente a Ambra Radaelli de La Repubblica (in un intervista su D, supplemento del 17 ottobre scorso) di voler “mettere tutto online, con schede dettagliate, come al Metropolitan Museum di New York e alla National Gallery di Londra”. E dare così la possibilità a chiunque di visitare “virtualmente” la Galleria. Senza tuttavia attribuire all’Italia ritardi sostanziali nel processo di digitalizzazione dell’arte in Europa, nella piena consapevolezza dell’enorme vastità delle nostre collezioni.

Antonio Facchin

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