Paralimpiadi, nuovo caos Rai. Anzaldi: “Ci sono i diritti streaming?”. Severini: “Errore mio, ci sono”

Rai Paralimpiadi
Bebe Vio e Federico Morlacchi

Il prossimo 24 agosto 2021 partiranno a Tokyo le Paralimpiadi, per poi concludersi il 5 settembre, e – dopo il disastro della rinuncia della Rai alla messa in onda su RaiPlay dei giochi olimpici appena chiusi, grazie a una scelta scriteriata della precedente gestioneci si augura che, almeno in questo caso, l’azienda radiotelevisiva pubblica pagata con il canone dei contribuenti abbia agito diversamente, assicurandosi i diritti di trasmissione in streaming.

Paola Severini Melograni già candidata al CdA Rai, già nome papabile per l’incarico di Presidente poi assegnato a Marinella Soldi, e conduttrice di O anche no, stravinco per la vita su Rai2, programma dedicato per l’appunto alle prossime Paralimpiadi, ha invece dichiarato in un’intervista che: “Non avendo lo streaming delle gare perché i diritti sono stati acquisiti da Discovery, non possiamo far rivedere quello che accade”. Precisando che: “Allora si è strutturato un palinsesto che prevede una rubrica a cura dei colleghi di Raisport, che sarà un sommario di quanto accaduto nella giornata, con le notizie principali, le medaglie, le prestazioni dei nostri atleti, e poi arriviamo noi con una striscia quotidiana di 10 minuti incentrata sul racconto della storia delle paralimpiadi, partendo dalla vicenda dell’ideatore, il dottor Ludwig Guttmann, di cui parla il biografo italiano Roberto Ricciardi, generale dei Carabinieri “.

A detta della Severini Melograni, dunque, la Rai non possiederebbe i diritti per la trasmissione in streaming delle gare paralimpiche, e quindi – stando a tale annuncio da parte della conduttrice – dovremmo essere di nuovo nella stessa disastrosa situazione delle Olimpiadi. Com’è ovvio, leggendo tale intervista, il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi ha subito chiesto delucidazioni.

“La conduttrice Rai Paola Severini Melograni, che curerà la trasmissione O anche no, stravinco per la vita in onda su Rai2 in occasione delle Paralimpiadi, ha dichiarato che la Rai non ha acquisito i diritti per lo streaming di questo evento sportivo” ha scritto su Facebook l’On. Anzaldi. “Eppure il neo amministratore delegato Fuortes aveva rassicurato pubblicamente che questi diritti erano stati acquistati e che non si sarebbero più verificate gestioni disastrose come in occasione delle Olimpiadi di Tokyo appena concluse, che hanno visto la vergogna dell’oscuramento delle gare su Raiplay a causa delle scelte totalmente sbagliate dei vertici gialloverdi nominati da Conte”.

“E’ opportuno – conclude il Segretario della Commissione di Vigilanza Rai – che l’azienda chiarisca: i diritti per lo streaming delle gare paralimpiche di Tokyo previste dal 24 agosto sono stati acquistati oppure no?

Gli ha risposto a stretto giro la stessa Severini Melograni: “Il deputato Anzaldi ha evidenziato un mio errore: infatti sulle Paralimpiadi di Tokyo la Rai non solo ha i diritti internet ma detiene anche quelli multipiattaforma Free e Pay. Questa confusione è nata da un problema di sigla e di marchi ma me ne prendo io tutta la responsabilità. Mi aspettavo da parte del suddetto Anzaldi invece una valutazione sul contenuto della striscia ma evidentemente a lui il contenuto non interessa. Noi ci occuperemo della storia sociale delle battaglie per l’emancipazione delle persone disabili cominciata proprio quando in europa si scatenavano il nazismo e il fascismo con il loro portato di morte per chi era considerato di razza inferiore: ebrei, Rom, disabili. I minorati fisici e mentali come allora si chiamavano furono i primi ad essere eliminati. Lo faremo attraverso il racconto della vita di Ludwig Guttman e di Antonio Maglio. Sono certa che l’obiettivo di questa striscia troverà comprensione e apprezzamento da parte del pubblico italiano, più maturo di quanto qualcuno Immagina“.

Tutto è bene quel che finisce bene. Siamo sicuri che, alla prossima intervista, l’encomiabile Paola Severini Melograni non incorrerà più in errori che ingenerino confusione e disinformazione riguardo alle scelte Rai, sulle quali – giustamente – gli organi chiamati a vigilare sono chiamati a fare e a esigere chiarezza.

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