di Marco Zonetti 🖋️
L’intervento del Direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano alla convention milanese di Fratelli d’Italia, introducendo il comizio di Giorgia Meloni, ha trasformato la festività del 1 maggio in un teatro di guerra tra partiti politici.
Il primo a sollevare la questione è stato Michele Anzaldi, Deputato di Italia Viva e Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, che ha stigmatizzato la partecipazione attiva di Sangiuliano all’evento di FdI, domandando pubblicamente se fosse stato autorizzato dall’Ad Rai Carlo Fuortes.
Alle critiche e all’interrogativo di Anzaldi si è unita di lì a poco la Senatrice Valeria Fedeli, Capogruppo Pd in Vigilanza e già Ministro dell’Istruzione, scatenando l’attacco del Deputato di FdI Alessio Butti. “Mi domando se la Fedeli che tenta di intimidire un giornalista serio e corretto come Sangiuliano sia la stessa Fedeli che da Ministro dell’Istruzione si era spacciata quale laureata, anziché diplomata” è stato il commento dell’On. Butti che ha suscitato ulteriori repliche di fuoco da parte di vari esponenti del Pd in difesa della Senatrice Fedeli. In primis il Deputato dem Enrico Borghi che ha twittato: Gli attacchi scomposti da destra a Valeria Fedeli non fanno che confermare la natura faziosa assunta dal Direttore del Tg2. Non si può piegare il servizio pubblico a comizio di parte, e poi pretendere di far tacere chi fa rilievi. I tempi dell’Eiar sono finiti!“.
Il Capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati Francesco Lollobrigida ha tessuto dal canto suo l’apologia di Sangiuliano parlando di “invidia” da parte di una “sinistra ridicola e a corto d’idee” nei confronti del Direttore del Tg2, artefice di un “contributo di alto spessore che ha arricchito il dibattito” della tre giorni del partito di Giorgia Meloni. In soccorso di Sangiuliano è giunto anche Giovanni Toti di Italia al Centro che ha deplorato il “moralismo a senso unico”, asserendo che il Direttore del Tg2 “ha tutto il diritto di esprimere le sue idee”. Sulla stessa linea di Toti si è espresso anche il Deputato Maurizio Lupi di Noi con l’Italia.
Giusto per infiammare ulteriormente la polemica, Carlo Calenda è intervenuto sui social ricordando che anche Antonio Campo Dall’Orto – ex Direttore Generale della Rai – aveva partecipato alla Leopolda di Matteo Renzi e che “fare doppia morale porta male”. Ma il leader di Azione è stato immediatamente rimesso al suo posto da Michele Anzaldi, il quale gli ha rammentato che Campo Dall’Orto fu nominato Dg Rai nel 2014 e che alla Leopolda aveva partecipato nel 2011-2012 quando non aveva incarichi. “Se ti va bene che il Direttore di un Tg Rai tenga un comizio a un congresso di partito puoi dirlo senza alimentare polemiche infondate”, il Segretario della Vigilanza Rai ha quindi ammonito Calenda.
In questo ventaglio di dichiarazioni politiche, spicca la posizione defilata degli alleati della Meloni, ovvero Forza Italia e soprattutto la Lega, sotto i cui auspici Sangiuliano fu nominato Direttore del Tg2. Del resto, la convention milanese di Fratelli d’Italia, organizzata non già nel feudo romano di Giorgia Meloni, bensì in territorio azzurro e leghista, non dev’essere stata certo ben vista dagli alleati di Centrodestra. Che non devono neppure aver apprezzato particolarmente la partecipazione attiva di Sangiuliano all’evento che lanciava a tutti gli effetti la campagna elettorale di Fratelli d’Italia. Forza Italia e Carroccio si faranno sentire nelle prossime ore sull’argomento? Al momento della redazione di questo articolo, ovvero la tarda mattinata del 2 maggio, da quelle parti non è volata una mosca.
Quanto all’indiscrezione di Dagospia secondo la quale Sangiuliano avrebbe fatto adirare i vertici di Viale Mazzini che potrebbero costringerlo alle dimissioni, la possibilità che ciò avvenga è del tutto concreta. Fratelli d’Italia non ha alcun rappresentante nel CdA Rai, e al voto di sfiducia da parte dell’Ad Fuortes e della Presidente Marinella Soldi, potrebbero senz’altro sommarsi quello della consigliera del Pd Francesca Bria (a maggior ragione dopo il duro attacco di FdI a Valeria Fedeli) e quello del Consigliere in quota Dipendenti Riccardo Laganà, eletto con il voto dell’USIGRai che ha criticato pubblicamente Sangiuliano.
Quattro voti contrari a quest’ultimo, insomma, che rappresenterebbero la maggioranza in CdA anche qualora gli altri tre consiglieri, Alessandro Di Majo del M5s, Simona Agnes di Forza Italia, Igor De Biasio della Lega, votassero a favore di Sangiuliano. La cui eventuale sostituzione con il Quirinalista Luciano Ghelfi apprezzatissimo dalla Lega e da tempo in pole position per la direzione di un Tg, potrebbe allettare non poco il Carroccio…